Per le famiglie con figli l’inizio dell’estate coincide con la fine della scuola. Un evento cruciale per molti genitori, ai quali viene a mancare un riferimento fondamentale nell’organizzazione delle giornate. Una gioia invece per i bambini, che possono scatenarsi in attività ludiche o riposarsi dopo un anno trascorso tra attività scolastiche e corsi extrascolastici non sempre divertenti. Insomma – spiega Edward Bartolucci sull’Almanacco della Scienza del CNR – l’estate rappresenta per ogni bambino la possibilità di crogiolarsi finalmente in un sano ozio creativo. Almeno così dovrebbe essere secondo Francesco Tonucci dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione (Istc) del Consiglio nazionale delle ricerche, leader del progetto internazionale ‘La città dei bambini’ e di laboratori come ‘A scuola ci andiamo da soli‘ dell’Istc-Cnr, che anche in grandi e caotiche città come Buenos Aires, Madrid e Roma ha evidenziato come la restituzione dell’autonomia sia urgente e necessaria soprattutto per i bimbi tra i sei e gli undici anni.
“Alla fine di questo anno scolasticoè stato regalato ai 1.000 alunni della scuola Arcadia di Madrid un pallone con la scritta in spagnolo ‘I miei compiti per le vacanze'”, ricorda Tonucci. “Un modo simpatico per salutare gli studenti e per dire loro che il loro dovere, da adesso fino a settembre, è di giocare. La Convenzione sui diritti dell’infanzia del 1989 afferma solennemente che i bambini hanno due diritti di uguale importanza :quelli alla scuola (art. 28) e al gioco (art. 31). Per cui, se le mattinate feriali per nove mesi sono della prima, i pomeriggi, i fine settimana e le vacanze sono dei bambini. E dovrebbero decidere loro come utilizzarli: esplorare, visitare, leggere, disegnare, fotografare, raccogliere e giocare con gli altri, fuori casa… Queste attività, se suscitano interesse e piacere, a settembre possono essere raccontate ai compagni di classe a scuola e sono anche un’esperienza interessante per gli insegnanti, che possono così conoscere meglio i gusti e le capacità dei loro studenti”.
Negli ultimi anni, nel periodo tra la fine della scuola e l’inizio delle vacanze, i genitori si affidano sempre di più a strutture come i Centri estivi che, fino alla riapertura delle scuole, organizzano attività sportive e ricreative. È una scelta corretta per i bambini? “La decisione di come impegnare il tempo libero dovrebbe essere orientata a sviluppare l’autonomia dei bambini senza il controllo diretto degli adulti. Questa autonomia, invece, è quasi totalmente persa già durante l’anno in città”, osserva Tonucci. “Si dovrebbe evitare che questa limitazione, dannosa per un corretto sviluppo del bambino, continui anche durante le vacanze con il ricorso a scuole estive o lasciando che i figli passino il tempo in casa davanti allo schermo di un tablet o di un computer. L’unica alternativa è uscire di casa, cercare degli amici e vivere con loro l’esperienza dell’avventura, della scoperta, della sorpresa, della meraviglie e, perché no, del rischio”.