Friuli, ambulanza mai arrivata: “Clima avvelenato dall’ostilità politica”

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“In casi eccezionali puo’ verificarsi che piu’ eventi urgenti facciano attendere un evento non urgente. Diversamente bisognerebbe avere un numero infinito di mezzi e questo non sarebbe possibile perche’ servirebbero infinite risorse. In un clima non avvelenato dall’ostilita’ politica e dalla fame mediatica di campagna elettorale si parlerebbe di queste cose con piu’ serenita’ ed equilibrio”.

Lo afferma l’assessore regionale alla Salute del Friuli Venezia Giulia, Maria Sandra Telesca, replicando alle accuse del capogruppo consiliare di FI Riccardo Riccardi, in relazione ad un episodio in cui un “codice bianco” non avrebbe visto l’intervento dell’autoambulanza. “Riccardi – prosegue Telesca – sa bene che noi abbiamo gia’ aumentati i mezzi e gli equipaggi, e sa ancora meglio che eventi di questo tipo accadevano anche prima della riforma. Certo, chiunque si occupi di sanita’ vorrebbe poter essere sempre e dovunque con un’ambulanza, dove un cittadino chiama, anche se non c’e’ un’urgenza. Ma e’ onesto dire che questo non e’ e non sara’ mai possibile, e che non c’e’ stata un’eta’ dell’oro col governo del centrodestra in cui si avevano a disposizione piu’ mezzi e piu’ risorse. L’eccellenza che Riccardi lamenta come perduta la sperimentano ogni giorno migliaia di pazienti, quelli salvati senza clamore dal 118, quelli ricoverati e operati, quelli assistiti sul territorio“.

“La questione degli interventi nelle situazioni non urgenti – aggiunge Telesca – e’ da sempre dibattuta in sanita’ e possiamo su questo portare un lungo elenco di situazioni che si sono verificate anche in passato, e su cui il Comitato regionale emergenza urgenza, da noi istituito, valuta e valutera’ ancora dove serve rinforzare. Anzi l’abbiamo gia’ fatto, anche se Riccardi finge di non saperlo:?in passato ad esempio in alcune zone della Carnia i tempi di arrivo per codici gravi erano insostenibili, e percio’ siamo intervenuti”.

“La sanita’ e’ complessa e bisogna sempre cercare l’equilibrio tra quello che serve realmente e quello che e’ comprimibile. Perché – conclude Telesca – se non ci sono dubbi che la priorita’ e’ garantire l’intervento salvavita, i costi sono comunque a carico dei cittadini e le risorse vanno utilizzate in primo luogo per salvare vite.?Dovrebbe saperlo lo stesso Riccardi, che ci ha spesso accusato in consiglio di aver un bilancio troppo assorbito dalla sanita'”.

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