Paolo Gentiloni aveva raccomandato già il 15 giugno scorso alle Regioni e alle province di provvedere ad “organizzare autonomamente i propri sistemi antincendio in termini di risorse umane e di mezzi terrestri ed aerei”, e di fare affidamento ai Canadair ed elicotteri dello Stato solo in “concorso residuale e non primario”. Ma come stanno attualmente le cose? E’ chiaro che dietro gli incendi si nasconda la mano dell’uomo e nè il caldo torrido nè la mancanza di precipitazioni sono additabili alle fiamme.
La legge prevede che in caso di incendio le prime a intervenire siano le squadre di terra, coordinate dalle Regioni, e se il fuoco e’ troppo esteso , si può richiedere l’intervento dei mezzi aerei in dotazione alla Regione, soprattutto elicotteri. Proprio qui la situazione si complica. Un terzo delle Regioni italiane, 6 su 20, non hanno ne’ un elicottero ne’ un aereo antincendio proprio: Abruzzo, Basilicata, Marche, Molise, l’Umbria e, soprattutto, Sicilia. Quest’ultima e’ passata dai 9 velivoli del 2012 allo zero di oggi.
Inoltre secondo diversi sindacati, almeno 2.000 persone che prima si occupavano di lotta agli Incendi, ora fanno altro. Come se non bastasse, le Regioni dovrebbero inviare al Dipartimento della Protezione Civile tutte le informazione relative alle attivita’ di prevenzione e lotta agli Incendi, ma la maggior parte di loro non invia alcuna documentazione.