Dare vita a una cabina di regia tecnico-istituzionale ”per pianificare e gestire tutti gli interventi da realizzare dopo l’emergenza incendi dei giorni scorsi, sia a breve e che a lungo termine, per la sicurezza e la riforestazione”. E’ l’appello dell’Ordine degli ingegneri di Napoli, lanciato dal presidente Luigi Vinci, dal vice presidente Eduardo Pace, dal tesoriere Giovanni Esposito, dal consigliere Massimo Fontana, dal professore di Geotecnica Stefano Aversa, in una conferenza stampa.
“Gli incendi boschivi dei giorni scorsi – ha spiegato il presidente Vinci – con la distruzione di ampie zone di vegetazione, fanno temere, con le prime piogge di fine estate, frane e colate di fango. Per fronteggiare questa eventualita’ vanno attuati numerosi interventi”. Il consigliere Fontana, già membro del Comitato Tecnico Scientifico per l’emergenza idrogeologica in Campania istituito dalla Regione Campania dopo l’alluvione di Sarno, ha evidenziato la necessità di verificare lo stato delle opere idrauliche (vasche, alvei, canali) che dovrebbero smaltire acque piovane conseguenti ad eventi meteo straordinari e quindi evitare l’innesco di frane fangose.
“In molti casi sono opere risalenti addirittura al 19esimo secolo – ha detto – talora inglobate in aree oggi fortemente urbanizzate e dunque o del tutto fuori uso o comunque inadeguate a incanalare portate di acqua e detriti fuori della norma”. Fontana ha evidenziato anche la necessita’ di potenziare, nella fascia alle pendici del Vesuvio, la rete di pluviometri che consente di misurare le piogge in tempo reale e quindi di allertare tempestivamente la popolazione in caso di precipitazioni che possano far temere colate di fango.
Altra priorità, ha osservato Stefano Aversa, ordinario di Geotecnica all’Universita’ Parthenope e componente della commissione Geotecnica dell’Ordine, e’ quella di una approfondita ricognizione del territorio e dei danni subìti “per coordinare interventi di mitigazione del rischio, considerata l’alta densita’ di popolazione nelle vicinanze delle aree incendiate”.
Occorre poi pianificare – hanno affermato gli ingegneri – interventi piu’ a lungo termine per la riforestazione, con “opere di ingegneria naturalistica – ha sottolineato Eduardo Pace – che riducano il rischio di erosione superficiale del suolo per effetto di incendi, utilizzando materiali naturali”. Si tratta quindi di impiantare, per esempio, barriere di contenimento dei pendii, briglie di ritenuta, graticciate e palizzate, che possono essere anche in parte realizzate con il legname di risulta dopo le operazioni di bonifica della vegetazione colpita dagli incendi.
La devastazione di ampie aree del Vesuvio, ha chiarito Fontana, rende ora anche possibile anche realizzare in quelle zone “una rete di laghetti artificiali, con minimo impegno economico, che consentano di disporre sul posto di adeguate riserve idriche da poter prontamente utilizzare in caso di nuovi incendi e quindi agire con maggiore tempestivita’ ed efficacia contro il fuoco”. “L’essenziale – ha concluso Giovanni Esposito, ingegnere esperto in pianificazione, gia’ componente del gruppo di lavoro che sviluppo’ per la Regione il progetto di sistema integrato contro gli incendi boschivi – e’ pianificare sia gli interventi che i processi per realizzarli. Gli ingegneri possiedono tutte le competenze necessarie”.