A sorpresa, un gruppo di scienziati americani ha scoperto una fiorente vita marina nell’atollo di Bikini, quello in cui 70 anni fa gli Usa scaricarono 23 bombe nucleari, tra cui un ordigno nel 1954 che era 1.100 volte piu’ potente della bomba atomica di Hiroshima. Un team di scienziati dell’universita’ di Stanford si e’ recato nell’atollo per studiare in particolare la vita nel cratere creato dalla bomba a idrogeno e verificare la notizia di squali ‘mutanti’, che avevano perso la seconda pinna dorsale. Steve Palumbi, che sta studiando gli effetti dell’avvelenamento da radiazione sulla vita marina, ha trovato che flora e fauna sono stati “notevolmente resilienti”. I risultati delle sue ricerche sono stati presentati su Big Pacific, una serie televisiva dedicata alle scienze naturali che va in onda sul canale pubblico americano, PBS. Se infatti gli animali studiati a Chernobyl, nei luoghi intorno alla zona dell’incidente nucleare, hanno mostrato deformita’ e mutazioni, le iniziali ricerche compiute dai ricercatori di Stanford fanno intravedere la possibilita’ che la vita sia addirittura migliorata. Il team di scienziati ha scoperto un ecosistema in cui i coralli sono grandi come “automobili” (quindi il corallo non sembra subire alterazioni dagli alti livelli di radiazione), quando ai peschi probabilmente si sono giovati della assenza dell’uomo. “In uno strano modo, sono stati protetti dalla storia di questo luogo”, ha detto lo scienziato all’Independent.
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Nell’atollo di Bikini, bombardato dai test nucleari USA, c’è una fiorente vita marina [GALLERY]
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