L’AMIOT – Associazione Medica Italiana di Omotossicologia, una delle più rappresentative associazioni scientifiche italiane di medicine complementari/non convenzionali – prende posizione in modo netto sull’ennesimo attacco all’omeopatia: il National Health Service britannico (NHS) ha annunciato in questi giorni l’avvio di una consultazione circa l’opportunità di mantenere o meno come rimborsabili i farmaci omeopatici all’interno del servizio sanitario nazionale inglese.
“Molti titoli su molti mass-media italiani, ‘l’omeopatia bandita dal servizio sanitario inglese’, sono stati sconcertanti, fuorvianti e faziosi – ha dichiarato il Dott. Marco Del Prete, Presidente AMIOT – laddove in realtà non vi è stata alcuna decisione definitiva, si è solo avviata una consultazione. Abbiamo ragione di credere ormai che vi sia una vera e propria campagna in corso per screditare le Medicine complementari, non si spiega altrimenti”.
La NHS ha infatti redatto un documento (1) con le linee guida per stabilire quali siano i prodotti da prescrivere in regime di assistenza sanitaria di base e quelli da escludere, ma ogni decisione definitiva è di là da venire. I prodotti terapeutici presenti in questo documento preliminare sono stati catalogati sulla base di criteri di valutazione del NHS, in base al loro livello di efficacia o perché prodotti pur efficaci ma con rapporto costo-efficacia inferiori a quelli di altri prodotti, o infine perché efficaci ma con una rilevanza minore per l’NHS. Al momento – allo scopo di risparmiare risorse del servizio sanitario pubblico – figura in discussione la rimborsabilità di 18 tipologie di prodotti.
“Vorrei altresì sottolineare – ha aggiunto Del Prete – come in ogni caso anche l’attesa di presa di posizione del NHS sia evidentemente basata su pregiudizi di tipo ideologico, dal momento che nel 2016 la spesa annuale per il rimborso di farmaci omeopatici è stata della ridicola somma di 92.412 sterline, pari a circa 100.000 euro per tutta l’Inghilterra, a fronte di una spesa sanitaria complessiva inglese di 116,6 miliardi di sterline. Questa visione inoltre è fuorviante, perché non tiene conto del denaro risparmiato grazie alle medicine complementari in relazione alla prevenzione delle malattie”.
AMIOT segnala come le prove di efficacia della medicina complementare e non convenzionale siano numerose, tanto che anche la prestigiosa Cochrane Collaboration dedica un sito specifico (2) a queste discipline, e la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha emanato recentemente il nuovo piano strategico mondiale pluriennale per la valorizzazione della Medicina Non Convenzionale (3), autorizzando da tempo l’attivazione di Collaborating Centers for Traditional Medicine in tutti i continenti; il Consiglio Federale della Svizzera – dopo una consultazione durata anni che ha previsto anche una disamina delle evidenze scientifiche disponibili – ha varato una nuova legge sulla rimborsabilità pubblica delle Medicine Non Convenzionali; in Germania la Bundesverband der Pharmazeutische Industrie (la Farmindustria Tedesca) ha affermato di sostenere l’omeopatia come terapia efficace per i pazienti, a volte anche come medicina di prima scelta, in base a quanto emerso da una ricerca condotta dall’Istituto di Investigazione Sociale e Analisi Statistiche (FORSA).
I dati del Rapporto Italia 2017 di Eurispes sottolineano la crescita della diffusione delle Medicine Non Convenzionali in Italia, allineata con i trend europei, e l’aumento della fiducia nei confronti delle cure alternative è stato tale che se si fa un raffronto con i dati storici si rileva che in questi anni sono più che raddoppiati: oggi le scelgono infatti ben 12.861.000 di cittadini, mentre nel 2000 erano poco più di 6 milioni, al punto che oltre un italiano su 5 (il 21,2% della popolazione) fa uso di MNC (con un +6,7% rispetto al 2012) e l’omeopatia risulta essere la cura alternativa più diffusa.
“Siamo convinti che l’omeopatia può essere ‘inefficace o inutile’ solo nel momento in cui viene utilizzata da mani non mediche”, ha concluso Del Prete. “Per questo abbiamo come priorità la formazione di una classe medica di professionisti in grado di utilizzare al meglio la medicina complementare, garantendo ai pazienti corrette diagnosi e trattamenti appropriati che rendano l’accesso ai farmaci non convenzionali affidabile, sicuro e funzionale al miglioramento del loro stato di salute. Le Medicine complementari/non convenzionali sono una realtà, e non è demonizzandole sulla base del pregiudizio, che è il più anti-scientifico degli atteggiamenti, che si garantirà un buon servizio ai cittadini”.
(1) il documento originale del NHS Britannico è disponibile al link https://www.engage.england.nhs.uk/consultation/items-routinely-prescribed/
(3) http://apps.who.int/medicinedocs/documents/s23070it/s23070it.pdf