Previsioni Meteo – Dopo la giornata di fuoco di ieri in Sicilia, dove con l’insorgere dei “bollenti” venti di libeccio in discesa dai monti Iblei sono state registrate temperature massime di ben +45°C +46°C all’ombra, le più alte fino ad oggi misurate in Europa dall’inizio del 2017, nei prossimi giorni assisteremo, fortunatamente, ad un ammorbidimento della calura. L’imponente cintura anticiclonica sub-tropicale, direttamente collegata alla “Cella di Hadley”, che da giorni domina incontrastato lo scenario meteorologico sul bacino del Mediterraneo nel corso del prossimo weekend subirà un temporaneo indebolimento nel suo bordo più settentrionale che favorirà l’ingresso di masse d’aria decisamente più fresche, di tipo temperata continentale. La discesa più ad est di una saccatura, che dalle Repubbliche Baltiche scivolerà fin sui Balcani e il nord della Grecia, favorirà lo scivolamento di aria decisamente più fresca, di tipo temperata continentale, che dalla Repubblica Ceca, dalla Slovacchia e dall’Ungheria si fionderà verso i Balcani e la Grecia, attraverso una sostenuta ventilazione settentrionale.
Una parte di quest’aria fresca da Nord e N-NO, associandosi alla discesa della saccatura verso i Balcani, riuscirà a scivolare pure su parte delle nostre regioni, determinando delle condizioni di instabilità, soprattutto durante le ore pomeridiane sulle aree montuose interne di Alpi, Prealpi e Appennini. Difatti l’aria più fresca in discesa da Nord, sommandosi al temporaneo abbassamento dei geopotenziali in quota, contribuirà ad esaltare il “gradiente termico verticale”, condizione che amplificherà i “forcing” convettivi durante le ore più calde del giorno. Ciò agevola lo sviluppo di grosse “Cellule temporalesche” e locali sistemi convettivi “Multicellulari”, composti da più “Celle” aggregate fra di loro.
Questo tipo di temporali, associati all’instabilità dell’aria (e non a fronti o perturbazioni organizzate), si formano frequentemente nella stagione calda, fra la primavera (a cominciare dal mese di aprile), l’estate e la prima parte della stagione autunnale, nelle regioni dove l’innesco dei moti convettivi (correnti ascendenti) è agevolato da estese calme orizzontali delle masse d’aria e dall‘intensa e prolungata insolazione diurna. Quando un’area piuttosto umida è stata esposta al lungo ad un forte riscaldamento, indotto dalla forte insolazione, l’aria umida preesistente presso il suolo tende ad ascendere verso l’alto, formando dei cumuli piuttosto elevati, dall’aspetto torreggiante.
In pratica l’intenso riscaldamento del suolo può formare delle grosse bolle d’aria più calda, rispetto a quella circostante, che tendono a salire verso l’alto andandosi a raffreddare negli strati superiori, condensando gran parte del vapore acqueo in esse contenuto. Si vengono così a creare le cosiddette “termiche“, intense correnti ascensionali che si espandono verso gli strati più alti della troposfera, anche sopra i 10-12 km alle nostre latitudini (a quote più alte sui tropici e all’equatore). Durante la giornata, il movimento ascendente delle masse d’aria, legato alle “termiche“, e l’instabilità atmosferica aumentano in modo sensibile.
Tale situazione favorisce l’addensamento di masse cumuliformi, le parti superiori si innalzano sempre più, mentre le basi si anneriscono. In questa fase la nube comincia ad assumere la forma di un grosso congesto che si evolve successivamente in cumulonembo, con la classica incudine lungo la sommità dell’imponente nube verticale. Dalla parte superiore sfuggono dei filamenti fibrosi che vengono chiamati “falsi cirri”. Qualche volta, in presenza di cumulonembi ben sviluppati in altezza, i “falsi cirri” possono formare un velo di cirrostrati attorno l’incudine del cumulonembo. Proprio in questo momento ha inizio il temporale, il quale avanza lungo la direzione media dei venti prevalenti nella media atmosfera, attorno i 5000-6000 metri di quota.
Dopo circa 30-60 minuti, ma alle volte possono trascorrere anche un paio di ore, la nube diminuisce progressivamente di volume e le precipitazioni cessano assieme all’attività elettrica. Quando la corrente ascendente che ha formato il cumulonembo si arresta, per la compensazione dello squilibrio termico che ha alimentato i moti ascensionali (tale compensazione può essere determinate dalle stesse precipitazioni), la parte superiore di quest’ultimo si sfalda in più pezzi formando dei banchi di altocumuli e nubi cirriformi in quota che vengono disperse dai venti regnanti nella media e alta troposfera. Nella nube, all’inizio del temporale, si contrappongono ben due correnti adiacenti, una ascendente e l’altra discendente, denominate rispettivamente “updraft” e “downburst”.
Nei prossimi giorni, a partire da oggi, assisteremo alla formazione di tanti temporali, proprio per l’effetto “destabilizzante” di questa intrusione di aria più fresca, inizialmente in quota, e dal weekend anche nei bassi strati. Oggi i temporali più intensi si formeranno sulle Alpi centro-orientali e sui rilievi di Veneto, Friuli e Emilia, dove localmente non sono esclusi fenomeni di forte intensità, ma di breve durata, in grado di sconfinare fino alle sottostanti pianure. Domani, invece, con lo scivolamento verso sud dei primi refoli di aria fresca in quota, toccherà ai rilievi dell’Appennino centrale e meridionale, dove si svilupperanno dei cumulonembi, alti anche più di 10 km, che daranno la stura a piogge e rovesci sparsi sulle aree montuose più interne di Marche, Abruzzo, Molise, Campania, nord della Puglia e Basilicata.
Alcuni di questi temporali, dopo essersi gonfiati, potranno sconfinare fino alle aree costiere del medio-basso Adriatico, fra il Molise e il nord della Puglia. Sabato e domenica invece dovrebbe toccare ai monti del sud e della Sicilia orientale, dove queste precipitazioni, seppur molto sporadiche e di breve durata, riusciranno quantomeno a mettere fine alla grave emergenza incendi di questi giorni. Ecco le pagine utili per seguire la situazione meteo in tempo reale: