I vertici dell’Enas, sentiti in audizione dalla Commissione “Attivita’ Produttive” del Consiglio regionale sulla emergenza idrica che ha colpito parte del nord e del sud Sardegna, segnalano una situazione di forte difficoltà in diversi territori dell’Isola. “Le dighe gestite dall’Ente acque della Sardegna contengono oggi 943 milioni di mc su una capacita’ totale di invaso di 1,4 miliardi – ha detto l’amministratore unico Giovanni Sistu – nello stesso periodo dello scorso anno ne erano stati raccolti 18 in meno. Il problema e’ la distribuzione della risorsa”.
Nei bacini della Gallura e del sistema Cedrino-Posada la situazione e’ notevolmente migliorata, mentre nella Sardegna Nord Occidentale e nel Sulcis la situazione e’ critica. A soffrire maggiormente sono gli invasi di Monteleone Roccadoria al 24% della sua capacita’ di raccolta, il Bidighinzu e il Cuga rispettivamente al 21% e al 31% della loro capacita’ massima, la diga di Punta Gennarta nel Sulcis con poco piu’ di 1,5 milioni di metri cubi disponibili su un potenziale di 12 milioni.
“Facciamo i conti con un’annata di piogge scarse – ha sottolineato Sistu – l’Ente si sta adoperando per reperire risorse da mettere a disposizione delle zone colpite dalla siccita’ attraverso il pompaggio d’acqua da altri bacini e l’utilizzo dei pozzi”. Ma l’Enas guarda avanti: “Per il Sulcis una risposta definitiva arrivera’ con la realizzazione del 4 lotto dell’interconnessione Tirso-Flumendosa. Un’opera da 59 milioni di euro finanziata con i fondi Fsc del Patto della Sardegna che permettera’ di collegare la dighe di Punta Gennarta, Monte Pranu e Bau Pressiu al Flumendosa”, ha ricordato l’amministratore unico.
A questi si aggiungono “altri 130 milioni provenienti da tre linee di finanziamento (Piano regionale delle Infrastrutture, Piano Operativo Nazionale e Patto per la Sardegna) per gli interventi di messa in sicurezza e riqualificazione funzionale delle dighe e per permettere di raccogliere piu’ acqua nei bacini oggi ancora impossibilitati ad arrivare alla loro massima capacita’ di invaso perche’ non collaudati”.