Tumori: lo zafferano contrasta le cellule malate, ecco lo studio

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La lotta alle malattie può passare anche dal cibo che, se utilizzato nella giusta maniera, sa essere un alleato. Ne sono convinti i ricercatori guidati da Filippo Minutolo del dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa, i quali si sono resi conto di come lo zafferano possa avere un importante ruolo in campo medico, in particolare nell’ambito della lotta ai Tumori. I ricercatori hanno identificato il meccanismo con cui un metabolita attivo presente nello zafferano, ossia la crocetina, è in grado di ridurre l’aggressività delle cellule tumorali attraverso l’azione su un enzima-chiave nella glicolisi tumorale, la lattato deidrogenasi (Ldh).

I risultati della ricerca sono stati presentati da Carlotta Granchi, prima autrice dell’articolo e relatrice al “First Congress on Edible, Medicinal and Aromatic Plants (Icemap 2017)” svoltosi a Pisa dal 28 al 30 giugno. Il lavoro e’ stato inoltre pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry della American Chemical Society. “La crocetina – spiega Granchi – non è purtroppo disponibile, né facilmente isolabile da fonti naturali quindi è stata messa appunto una metodologia sintetica per la sua preparazione: la crocetina artificiale, del tutto identica per struttura a quella naturale, ha dimostrato una notevole abilita’ di inibire l’Ldh”.

Grazie alla collaborazione con il gruppo di ricerca di Paul J. Hergenrother della University of Illinois at Urbana-Champaign e con Flavio Rizzolio dell’Universita’ Ca’ Foscari di Venezia, e fondatore dell’azienda Biofuture Medicine, è stato possibile verificare come la crocetina sia in grado di ridurre la produzione di lattato in cellule tumorali e la loro proliferazione. “Abbiamo dimostrato – aggiunge Granchi – che la componente dello zafferano maggiormente responsabile di questo effetto sembra essere proprio la crocetina”.

In effetti l’analisi di modellazione molecolare condotta da Tiziano Tuccinardi ha evidenziato le caratteristiche strutturali che permettono alla crocetina di interagire in modo efficace con il sito attivo dell’enzima-bersaglio. “Chiaramente né lo zafferano, né la crocetina potranno mai sostituire le varie terapie antitumorali approvate per l’uso clinico – specifica Minutolo – comunque possono sicuramente costituire un utile ausilio alimentare nella prevenzione delle neoplasie e, se validati da opportuni studi clinici, potranno in futuro contribuire ad aumentare l’efficacia dei regimi terapeutici utilizzati per diversi tipi di tumore”.

 
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