Unesco: le ‘Mura Veneziane’ sono patrimonio mondiale dell’umanità

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Sono diventate patrimonio mondiale dell’umanità le Mura Veneziane, ‘Opere di difesa veneziane tra il XV e XVII secolo Stato da Terra – Stato da Mar occidentale’ costituite da sei componenti fortificate situate in Italia, Croazia e Montenegro che formano un sistema esteso per oltre mille chilometri tra la Regione Lombardia in Italia, e la costa orientale adriatica. Durante la 41^ sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, in corso a Cracovia, l’opera e’ stata iscritta nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, ed e’ il 53^ sito italiano. La richiesta di inserimento come sito seriale transnazionale era stata presentata da Italia, Croazia e Montenegro.

“Il riconoscimento delle Mura Veneziane come nuovo sito Unesco e’ motivo di grande orgoglio, perche’ la proclamazione avvenuta oggi a Cracovia rende ulteriore merito allo straordinario patrimonio culturale della Lombardia, che da oggi vanta un nuovo sito Patrimonio mondiale dell’umanita’, in cui sono coinvolte anche altre Regioni”, dichiara il governatore della Lombardia, Roberto Maroni. “Con le Mura Veneziane salgono dunque a undici i siti Unesco della nostra regione, dieci ‘materiali’ piu’ il sito ‘immateriale’ del ‘saper fare il liutario’ riconosciuto alla citta’ di Cremona – sottolinea il presidente in una nota stampa – La Lombardia rafforza cosi’ il proprio primato di regione con il maggior numero di siti Unesco in Italia e si conferma, anche in questo ambito, una vera eccellenza nazionale”.

A sua volta l’assessore regionale alle Culture, Identita’ e Autonomie, Cristina Cappellini, presente a Cracovia, nel commentare che l’Anno della Cultura in Lombardia si apre con la proclamazione della citta’ di Bergamo e delle opere di difesa veneziane tra XV e XVII secolo a Patrimonio dell’Umanita’, rileva che “la Regione Lombardia e’ sempre stata protagonista nel sostegno alle candidature dei propri territori e ha sostenuto fin da subito il Comune di Bergamo nel suo ruolo di promotore e capofila della candidatura a Patrimonio mondiale dell’Unesco del sito seriale transnazionale ‘Le opere di difesa veneziane tra XV e XVII secolo’, che coinvolge le citta’ murate piu’ rappresentative della Repubblica di Venezia tra Italia, la Croazia e il Montenegro”.

Cappellini aggiunge che nella legge regionale n. 25 ‘Politiche regionali in materia culturale’, approvata alla fine del 2016, la Regione Lombardia ha, poi, inserito uno specifico articolo dedicato ai Siti inclusi nella lista del Patrimonio mondiale dell’umanita’ dell’Unesco, “nel quale sono previste sia la promozione e valorizzazione dei siti gia’ riconosciuti che il sostegno alle nuove candidature”. L’assessore ha ricordato che “il primo sito italiano a essere stato inserito nella World Heritage List (Whl), la lista delle aree tutelate dalla Convenzione Unesco, che comprende tutti i siti riconosciuti come ‘patrimonio culturale dell’umanita” per le loro straordinarie caratteristiche culturali e naturali, e’ stato un sito lombardo: le incisioni rupestri della Valle Camonica. Inoltre, “con 10 siti sui 53 ora presenti in Italia e con il patrimonio immateriale del ‘saper fare liutario’ di Cremona – ha sottolineato l’assessore Cappellini -, la Lombardia si conferma la regione italiana con la piu’ alta concentrazione di patrimoni culturali riconosciuti dall’Unesco come eredita’ mondiali dell’Umanita'”. –

“Questo primato – ha aggiunto – e’ un’ulteriore testimonianza della ricchezza culturale del territorio, che spazia dall’archeologia preistorica delle incisioni rupestri camune all’archeologia industriale del villaggio operaio di Crespi d’Adda, dalla raffinatezza pittorica del Cenacolo di Leonardo al vigore espressivo dei Sacri Monti di Piemonte e Lombardia, dalle bellezze naturali attraversate dalla Ferrovia retica del Bernina a quelle architettoniche di Mantova e Sabbioneta, dalla preistoria, attraverso i siti di epoca longobarda con la ricchezza del patrimonio del Monte San Giorgio e dei Siti palafitticoli dell’Arco Alpino, all’arte del saper fare tradizionale del violino”. L’azione di supporto della Regione comprende anche un importante sostegno anche alla presentazione di nuove candidature, ha concluso Cappellini, “solo negli ultimi anni, Regione Lombardia per promuovere il patrimonio Unesco ha investito oltre 5 milioni di euro, che hanno consentito la realizzazione di interventi sul territorio per almeno 11 milioni di euro”.

E l’assessore regionale all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile, Claudia Terzi, aggiunge che “oggi piu’ che mai, sono ancora piu’ orgogliosa di appartenere alla straordinaria ‘Te’ra de Be’rghem’. Questo riconoscimento da parte dell’Unesco rappresenta un volano importante non solo per la citta’ di Bergamo ma per tutta la nostra provincia. Il nostro territorio puo’ sentirsi doppiamente orgoglioso, dopo il sito di Crespi d’Adda, di cui sto seguendo in prima persona il nuovo Accordo di Programma, abbiamo ottenuto anche per la nostra Bergamo un importante riconoscimento”.

Il territorio, con due siti Unesco, – ha spiegato Terzi – “puo’ davvero ambire a essere attrattivo sia in ambito culturale sia in chiave turistica. Non solo, il nostro saper fare, il nostro orgoglio, le nostre tradizioni culinarie, la nostra identita’ e il nostro Dna bergamasco, possono davvero diventare elementi vincenti per un’ulteriore crescita, anche economica, della nostra provincia. I turisti avranno mille motivi in piu’ per scegliere le nostre terre e la nostra Bergamo”.

Inoltre, “anche a livello europeo avremmo un’occasione unica per attrarre turismo e far riscoprire a tutti la straordinaria eredita’ che la Serenissima Repubblica ci ha lasciato. Un’occasione unica che, mi auguro, non venga sprecata. E’ chiaro, infatti, – ha concluso Terzi – che ognuno dovra’ fare la sua parte; soprattutto chi amministra la citta’ di Bergamo dovra’ impegnarsi a tutelare ancor meglio il territorio”, avendo “un occhio di riguardo sia alla tutela dell’ambiente che del paesaggio che va di pari passo con il riconoscimento del sito. Oggi e’ un giorno di festa, siamo tutti bergamaschi”.

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