Scarseggiano nel nostro Paese i vaccini contro l’epatite A. Secondo i dati forniti all’AdnKronos Salute dall’Agenzia italiana del farmaco, su 6 prodotti autorizzati nel nostro Paese per bambini, adulti e adolescenti, 4 risultano carenti. I due ancora disponibili sono pediatrici. E solo nel 2017 Aifa ha rilasciato 15 autorizzazioni all’importazione di questi vaccini dall’estero. Un fenomeno preoccupante, quello della carenza, anche dal momento che “a partire dal mese di agosto 2016 in Europa, e soprattutto nel nostro Paese, si è registrato un importante incremento dei casi di epatite A, che da dicembre 2016 ha avuto un’ulteriore impennata. In particolare, in Italia nel 2017 si è registrata un’epidemia fra gli omosessuali maschi, con il Lazio regione più colpita“, spiega Gianni Rezza, epidemiologo e direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità. Periodicamente si verificano nel nostro Paese focolai di epatite A, “a volte legati al consumo di frutti di mare contaminati – ricorda l’esperto – Questa volta però è diverso“. Tra agosto 2016 e febbraio 2017 sono stati notificati al Seieva (Sistema epidemiologico integrato dell’epatite virale acuta) 583 casi, un numero quasi 5 volte maggiore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, riferisce un report dell’Iss. L’età mediana dei pazienti è di 34 anni e l’85% dei casi è di sesso maschile. Oltre ai fattori di rischio noti, viaggi in zone endemiche e consumo di frutti di mare, un’alta percentuale dei casi (61%) dichiara preferenze omosessuali (Msm, uomini che hanno rapporti sessuali con uomini). Ma a cosa è dovuta la scarsità di vaccini? “Il perdurare dello stato di carenza è legato storicamente – spiegano da Aifa – alla revoca da parte della Crucell Italy Srl di tutte le proprie Aic (Autorizzazioni all’immissione in commercio). Gli altri titolari di Aic non sempre riescono a sopperire alle quote di mercato che erano coperte dai medicinali revocati“. In genere, i problemi produttivi segnalati dalle aziende sono “ritardi nelle forniture del prodotto da parte del fornitore estero, o una riduzione delle capacità produttive“. Così non resta che ricorrere all’importazione dall’estero. “Generalmente le procedure non presentano difficoltà particolari, ma potrebbero presentarsi, come in questo caso specifico, problemi legati alla reperibilità del medicinale anche sui mercati esteri, da cui usualmente viene predisposta la fornitura“, aggiungono gli esperti dell’Agenzia del farmaco. A complicare le cose, dunque, l’impennata di casi in Italia. Ma come si trasmette l’epatite A? “Si tratta una malattia a trasmissione oro-fecale: spesso si contrae per via alimentare, attraverso il consumo di molluschi ad esempio, o anche nuotando (e bevendo) acque contaminate. Da bambini è più raro che la malattia si ‘veda’, mentre da adulti questo accade in un caso su 50 – evidenzia Fabrizio Pregliasco, virologo di Milano – Un tempo l’epatite A era endemica in Italia, ci infettavamo, stavamo male e poi ci ritrovavamo con gli anticorpi per la vita. Oggi non è più così. Il rischio è quello di incappare in un’epatite acuta, con nausea, vomito, diarrea, itterizia, dolori addominali. Problemi che, nel 10% dei casi, si trascinano anche per mesi. Molto raro il rischio di un’insufficienza epatica. Nel Sud del mondo però – ricorda l’esperto – l’epatite A conta ancora milioni di casi, con molti morti“. Per chi è indicato il vaccino? “Per i viaggiatori internazionali, gli operatori e i lavoratori a rischio, i migranti che tornano in zone dove l’epatite A è endemica dopo anni di assenza, e che possono aver perso la protezione anticorpale. Inoltre c’è da tener conto dell’epidemia recente tra gli omosessuali“, conclude Pregliasco.