La marijuana alza la pressione, e non di poco. Il consumo della sostanza è stato associato a un rischio triplicato di morire di ipertensione, secondo uno studio della Georgia University di Atlanta. In assenza di dati precisi, i ricercatori hanno ‘costruito’ uno studio di follow up dei partecipanti al Nhanes (National Health and Nutrition Examination Survey), tutti intorno ai 20 anni o meno: nel 2005-06 avevano risposto a domande sul consumo di cannabis e sull’età in cui avevano provato per la prima volta. In questo modo l’equipe ha quantificato da quanti anni i consumatori fumavano la sostanza.
Le informazioni ottenute sono poi state incrociate con i dati di mortalità nel 2011, provenienti dal Centro nazionale per le statistiche sulla Salute, per verificare l’associazione fra il consumo di marijuana e la durata con i decessi per ipertensione, malattie cardiovascolari e cerebrovascolari. Fra i 1.213 partecipanti alla ricerca, quelli che fumavano cannabis (il 57%) mostravano un rischio più alto di morire di ipertensione, ben 3,4 volte di più rispetto ai non consumatori, con un aumento anche per ogni anno di utilizzo (+1,04).
Lo studio in questione, nonostante i suoi limiti, ha portato comunque ad evidenze importanti. “Questo risultato non ci ha sorpreso – commenta Barbara Yankey, principale autrice del lavoro – E’ noto che il consumo di marijuana ha diversi effetti sul sistema cardiovascolare. Stimola il sistema nervoso simpatico, portando a un aumento del battito cardiaco, della pressione e della domanda di ossigeno. Alcuni pronto soccorso hanno riportato casi di angina e infarto dopo l’uso” della droga.