Corea del Nord, la Cina a Trump: “Basta provocazioni reciproche, non si può giocare col fuoco”

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 La Cina risponde ai toni usati da Donald Trump sulla Corea del Nord, come la minaccia di “fuoco e furia”, mettendo in guardia dai rischi della retorica a causa dell’attuale situazione “altamente complicata e sensibile”. “Ci auguriamo che tutte le parti rilevanti parlino con cautela e si muovano con prudenza, evitando – recita una nota del ministero degli Esteri – di provocarsi a vicenda e un’ulteriore escalation della tensione, battendosi per il ritorno quanto prima possibile al corretto binario del dialogo e dei negoziati”.

“La via d’uscita alla questione nucleare nella penisola coreana non si puo’ trovare nell’ultimo scambio di parole dure” tra Stati Uniti e Corea del Nord. Lo scrive in un articolo di commento l’agenzia di stampa cinese Xinhua, dopo le ultime dure parole del presidente Usa, Donald Trump, che ha minacciato “un fuoco e una furia che il mondo non ha mai visto prima” in risposta a nuove minacce di una attacco da parte della Corea del Nord, a cui ha fatto seguito il messaggio di Pyongyang diffuso dall’agenzia di stampa nord-coreana, Korean Central News Agency, secondo cui il regime di Kim Jong-un dichiara di stare “esaminando con attenzione” la possibilita’ di un attacco alla base militare statunitense di Guam, nell’Oceano Pacifico.

“A meno che non ci sia un ritorno alla ragione e un pieno impegno a una soluzione pratica e pacifica, un approccio ostile di questo tipo servira’ a poco, se non a peggiorare la situazione”. Per l’agenzia Xinhua, “la morale della favola della questione nucleare nella penisola coreana e’ che non deve esserci alcun conflitto armato. Non c’e’ spazio per le parti coinvolte per giocare con il fuoco sulla questione”.

La Cina vuole “evitare parole e azioni che possano intensificare il problema e portare a un’escalation della situazione”. All’escalation della tensione delle ultime ore tra Washington e Pyongyang, hanno fatto da contraltare le parole del segretario di Stato Usa, Rex Tillerson, che ha ridimensionato la minaccia nord-coreana.

Nel viaggio di ritorno negli Usa, con tappa a Guam, dopo la missione nelle Filippine, in Thailandia e Malaysia, il capo della diplomazia statunitense ha spiegato che “gli americani dovrebbero dormire sonni tranquilli” e che “niente di cio’ che ho visto e di cui sono a conoscenza indica che la situazione sia drammaticamente cambiata nelle ultime ventiquattro ore”. Trump, ha aggiunto, “vuole mandare un messaggio forte alla Corea del Nord in un linguaggio che Kim Jong-un possa capire”. Parole che sembrano andare in direzione contraria rispetto alle dure affermazioni di Trump.

Il presidente Usa, oggi, ha ritwittato un post di Fox & Friends che riprende le dure parole di ieri pronunciate a Bedminster, in New Jersey, e in altri due tweet ha sottolineato che il suo primo ordine da presidente fu quello di “rinnovare e modernizzare l’arsenale nucleare” statunitense, che Trump definisce “piu’ forte e potente che mai”.

 

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