Le minacce della Corea del Nord contro l’isola di Guam sono “poco credibili” e “provocazioni politiche” ma un “errore di calcolo” potrebbe scatenare una escalation convenzionale, con il rischio di “decine di migliaia di morti”, e anche nucleare. Lo afferma all’ANSA Francesco Tosato, analista del desk Affari militari del Ce.Si.
“Guam è strategica perché è la base dei cacciabombardieri Usa e rientra nel sistema della deterrenza nucleare statunitense. I missili che Pyongyang ha detto di voler usare sono ancora allo stadio di prototipo, la capacita’ del regime di portare a compimento la minaccia e’ bassa. Ma i vettori passerebbero nello spazio aereo giapponese, e questo equivarrebbe a una dichiarazione di guerra”, spiega l’analista.
In caso di escalation vera e propria, si deve tenere a mente “che Seul rientra nel raggio d’azione dei cannoni nordcoreani. Se entrassero in azione ci sarebbero migliaia di morti nella prima ora e decine di migliaia nella prima giornata“, avverte Tosato. E il Giappone, l’altro Paese in “prima linea” nel confronto con Pyongyang è nel raggio dei missili a corto e medio raggio. E in caso di azione preventiva contro la Corea del Nord, Pyongyang potrebbe lanciare una rappresaglia “proprio contro Seul e Tokyo”.