Iniezioni di un antinfiammatorio potrebbero ridurre i rischi di infarto e ictus: la ricerca, pubblicata sul ‘Nejm’ si deve a un team di ricercatori Usa. Lo studio sull’anticorpo monoclonale canakinumab, condotto su circa 10.000 pazienti post-infarto, ha dimostrato che la terapia riduce del 15% il rischio di un nuovo attacco cardiaco. Il farmaco potrebbe rappresentare la maggior novità nel settore dall’avvento delle statine, secondo gli scienziati del Brigham and Women’s Hospital di Boston che hanno condotto l’indagine. Il team ha sperimentato l’anticorpo monoclonale, sviluppato da Novartis inizialmente per trattare l’artrite reumatoide, su 10.000 pazienti che avevano avuto un attacco cardiaco. I pazienti sono stati trattati con il farmaco una volta ogni tre mesi: quelli trattati con canakinumab avevano un rischio inferiore del 15% di incorrere in un secondo infarto rispetto al gruppo di controllo, che aveva assunto solo statine. Allo stesso tempo lo studio ha evidenziato nei pazienti del primo gruppo un’incidenza “significativamente più alta” di infezioni potenzialmente fatali. “Per la prima volta – ha spiegato il primo autore della ricerca – abbiamo definitivamente mostrato che ridurre l’infiammazione indipendente dal colesterolo riduce il rischio cardiovascolare. Nella mia vita ho visto nel campo della cardiologia preventiva tre grandi ere: la prima, quella della scoperta dell’importanza della dieta, dell’attività fisica e dell’addio al fumo; la seconda, in cui abbiamo visto il grande effetto dei farmaci a base di statine. Ora stiamo aprendo la porta ad una nuova era. E’ molto eccitante”.
Farmaci: antinfiammatorio riduce il rischio di infarto e ictus
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