Necropoli di Tarquinia: un’eccezionale testimonianza dell’antica civiltà etrusca [GALLERY]

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La necropoli di Tarquinia, assieme a quella di Cerveteri (Banditaccia) sono state inserite, dal 2004, nella lista dei Patrimoni dell’Umanità Unesco, costituendo un’eccezionale testimonianza dell’antica civiltà etrusca. La necropoli etrusca di Monterozzi, situata su un’altura ad est di Tarquinia (Viterbo), conta circa 6000 tombe, per la maggior parte camere scavate nella roccia e sormontate da tumuli ; le più antiche delle quali datate al VII secolo a.C. La camere funerarie presentano pareti decorate a fresco su un leggero strato di intonaco, con scene di carattere magico-religioso (banchetti funebri, danzatori, suonatori di aulos, giocolieri, paesaggi), dipinte con colori intensi e vivaci, dal movimento armonioso e animato per far rivivere al defunto la vita terrena e per far dimenticare ai viventi il dolore della sua perdita. Tra i sepolcri più interessanti. La Tomba delle Leonesse, del Guerriero, della Caccia e della Pesca, del Cacciatore, dei Cardarelli, del Fior di Loto, dei Giocolieri, dei Gorgoreion, dei Leopardi, dei Festoni, dei Fiorellini, dei Baccanti, dei Bartoccini, degli Scudi. Parte dei dipinti, staccati alle tombe per preservarle (tomba del Triclinio, del Letto funebre e della Nave, sono custoditi nel Museo Nazionale Etrusco di Tarquinia. La necropoli, che si estende per circa 750 ettari, permette di capire l’evoluzione della civiltà etrusca. Qui ci sembra di entrare nelle loro case, osservandoli mentre mangiano, intenti a banchettare, sdraiati sul Klinai mentre i musici suonano e gli schiavi nudi servono. Le pitture fotografano la vita reale del popolo etrusco e accompagnano il defunto nel suo percorso ultraterreno. Gli Etruschi, si sa, rappresentano delle pagine di storia più affascinanti, misteriose e complesse del percorso evolutivo del bacino del Mediterraneo. E’ per questo che la necropoli di Tarquinia andrebbe visitata almeno una volta nella vita, senza restare indifferenti allo spettacolo di un luogo in cui lo sbigottimento prevale su qualsiasi altra emozione.

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