Perso il 25% del vino a causa di caldo e siccità: sarà la vendemmia più scarsa dal Dopoguerra

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Le prime previsioni di Assoenologi indicano una produzione di vino e mosto inferiore di ben 13 milioni di ettolitri rispetto allo scorso anno, pari ad una flessione di circa il 25%. Tutte le regioni italiane fanno registrare consistenti decrementi produttivi, con punte anche del 35-40% in Sicilia ed Umbria. Unica eccezione la Campania che, dopo la difficile vendemmia della scorsa campagna, fa registrare un aumento del 5%. Con 41,1 milioni di ettolitri il 2017 si colloca tra le prime 6 vendemmie piu’ scarse dal 1947 ad oggi (1947 – 36,4 milioni di Hl, 1948 – 40,4 milioni di Hl, 1949 e 1950 – 41 milioni di Hl, 2012 41,1 milioni di Hl). Cosi’ Assoenologi fotografa la situazione vinicola in Italia rispetto alla siccita’ e al grande caldo delle ultime settimane. “Le nostre stime quantitative – spiega il presidente dell’associazione, Riccardo Cotarella – sono riferite alla situazione riscontrata dai colleghi delle 17 sedi periferiche dell’Assoenologi tra la seconda e la terza settimana di agosto, vale a dire quando la quasi totalita’ dell’uva era ancora sulle piante. Purtroppo, visto il perdurare della siccita’ e delle alte temperature al Centro-Sud, non e’ da escludere che ci siano altre consistenti perdite nella produzione di uva”. Entro la fine di agosto Assoenologi comunichera’ una stima dettagliata circa la produzione riferita alle singole regioni italiane. “Un lungo periodo di siccita’, che ancora persiste – sostiene Cotarella -, ha messo a dura prova i vigneti del Centro-Sud Italia, che hanno dovuto subire anche una straordinaria ondata di caldo, iniziata sin da maggio, raggiungendo il suo apice nei mesi di luglio ed agosto, tanto che la colonnina del termometro ha fatto spesso registrare valori al di sopra dei 40C”. “I vigneti del Nord hanno invece potuto beneficiare, durante i mesi di luglio ed agosto, di provvidenziali piogge – prosegue Assoenologi – anche se spesso sono state accompagnate da forti grandinate che, in alcuni casi, hanno compromesso la produzione in diversi areali”. “Fortunatamente – conclude Cotarella – si riscontrano anche zone che non hanno avuto problemi, grazie a qualche pioggia estiva e soprattutto all’oculata e scientifica gestione dei vigneti, o all’eventuale disponibilita’ di acqua da irrigazione e alla naturale resistenza a questo clima estremo di alcune cultivar, specialmente indigene”.

 “Per effetto delle condizioni climatiche anomale, quest’anno la vendemmia sara’ tra le piu’ scarse del dopoguerra”. E’ quanto afferma la Coldiretti in un comunicato, sulla base dei dati Istat sul commercio estero. Assoenologi dal canto suo prevede un calo dei raccolti record del 24%, per una produzione che superera’ a malapena i 41,1 milioni di ettolitri, tra le piu’ scarse dal 1947. “La vendemmia del 2017 per effetto del caldo e della siccita’ si classifica come la piu’ precoce dell’ultimo decennio – sottolinea Coldiretti -. Con un anticipo di circa dieci giorni rispetto allo scorso anno, e’ dunque in forte calo per il bizzarro andamento climatico, con un inverno asciutto e piu’ mite, un precoce germogliamento della vite, che ha favorito danni da gelate tardive, ma anche siccita’ persistente e episodi localizzati di grandinate”. Cali del 40% sono previsti in Lazio e Umbria, del 35% in Sicilia, del 30% in Toscana, Puglia, Abruzzo, Molise, Liguria, Basilicata, Calabria e Valle d’Aosta, del 25% nelle Marche e in Lombardia. In Sardegna del 20%, mentre in Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Veneto la riduzione e’ del 15% e in Trentino Alto Adige del 10%. In controtendenza la Campania, dove si stima un aumento del 5%. Nonostante il calo di produzione, vola la domanda del vino italiano all’estero: con un aumento del 6,3% in valore, fa registrare il record storico rispetto allo scorso anno, quando erano stati raggiunti su base annuale i 5,6 miliardi di euro.

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