Il primo continua a minacciare ‘fuoco e furia’. Il secondo replica a tono, promettendo di distruggere gli Stati Uniti, e di attaccare, entro metà agosto, la base navale di Guam. Da giorni non c’è tregua tra Donald Trump e Kim Jong-un, in un’escalation di minacce, provocazioni reciproche e toni sempre più aspri che rischiano di tradursi in un pericolosissimo scontro. Ma quanto è reale lo spettro di una guerra nucleare e quali soluzioni possono essere messe sul tavolo per dare un freno all’attuale situazione?
LE TESTATE MINIATURIZZATE – L’allarme è stato lanciato qualche giorno fa dal ‘Washington Post’, che ha citato un rapporto della DIA, l’agenzia di intelligence del Pentagono, completato il mese scorso. Pyongyang sarebbe riuscita a miniaturizzare una testata nucleare che può essere caricata su uno dei suoi missili intercontinentali. Ipotesi che se fosse reale si tradurrebbe in un potenziamento dei poteri di Kim Jong-un. La Corea del Nord, già dotata di un arsenale atomico, (il regime di Pyongyang ha già testato due ordigni atomici e lanciato missili balistici intercontinentali capaci di colpire gli Usa, ndr) diventerebbe a tutti gli effetti una potenza nucleare.
LE SANZIONI ONU – Qualche giorno fa il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato dure sanzioni contro la Corea del Nord, che limitano ulteriormente gli scambi commerciali e la possibilità di investimenti per il Paese. Una misura mal digerita da Kim Jong-un, che ha promesso vendetta contro gli Stati Uniti, annunciando che pagheranno “a caro prezzo il loro violento crimine contro il nostro Paese e il nostro popolo“. Le sanzioni colpiscono le esportazioni nei settori del ferro, del carbone e della pesca e dovrebbero privare la Nordcorea di risorse annuali stimabili in un miliardo di dollari.
COSA PUO’ FARE LA CINA? – Più volte Trump ha cercato di far pressione sulla Cina affinché intervenisse mettendo un freno al commercio con la Corea del Nord. “La Cina – ha detto il presidente statunitense – potrebbe risolvere il problema“. Pechino rifornisce di greggio Pyongyang, tenendo di fatto in vita le raffinerie nordcoreane. Il Paese infatti non produce né carbone né petrolio e lo importa dall’estero. Se la Cina chiudesse l’oleodotto, troncando i rifornimenti di greggio, l’economia di Pyongyang crollerebbe. Un’ipotesi che appare piuttosto remota, visto che in Nord Corea la Cina ha in ballo diversi interessi. Secondo l’analisi di Jennifer Lind della ‘Cnn’, quello che preoccupa maggiormente la Cina sono gli equilibri precari della penisola coreana. I cinesi temono che una massiccia pressione economica possa far collassare il regime di Kim Jong-un, scatenando il caos nel Paese, e avviando una serie di problemi a lungo termine. Se Pyongyang collassasse, migliaia di rifugiati si riverserebbero verso i confini cinesi, provocando un esodo di proporzioni enormi.
LA POSIZIONE DEL PENTAGONO – Per Washington una guerra con la Corea del Nord sarebbe “catastrofica“, come ha ammesso il segretario alla Difesa americano, Jim Mattis, parlando alla stampa in occasione di un evento a Mountain View, in California. Mattis ha ribadito che il Pentagono si sta concentrando sulla diplomazia, ottenendo risultati in questa direzione. “La tragedia della guerra – ha sottolineato – è abbastanza nota e non c’è bisogno di altri eventi, oltre al fatto che ciò sarebbe catastrofico“.
LA POSIZIONE DI SEUL – Se Kim Jong-un venisse attaccato, il rischio di coinvolgere anche la Corea del Sud nel conflitto appare concreta. Gli Stati Uniti sono alleati di Seul e in caso di attacco, il loro intervento sarebbe immediato. La Corea del Nord, dal canto suo, che vuole porre un freno alle esercitazioni militari tra Corea del Sud e Stati Uniti, che vede come atti di aggressione, è dotata di un arsenale in grado di cancellare la regione. In un colloquio con Trump, il presidente sudcoreano Moon Jae In ha ribadito che la questione nucleare della penisola coreana è una “grave e crescente minaccia diretta agli Stati Uniti, alla Corea del Sud e al Giappone, come alla maggior parte dei Paesi del mondo“. Pyongyang inoltre, ha rifiutato l’offerta di Seul per una soluzione pacifica alle tensioni nella penisola coreana. Secondo l’agenzia sudcoreana Yonhap, durante un incontro tra i due ministri degli Esteri, a margine del forum Asean, il ministro nordcoreano Ri Hong-Yo avrebbe rispedito al mittente le proposte del suo omologo Kang Kyung-Wha, ritenendole non sincere.
COSA VUOLE KIM JONG-UN – Kim Jong-un vuole scatenare una guerra nucleare? Secondo diversi analisti, le cose non starebbero così. Il vero obiettivo del leader coreano sarebbe quello di rimanere al potere, non dare vita a un conflitto. Kim “non vuole una guerra“, ma l’arsenale può servire come deterrente, ha notato Michael Madden, che dirige il sito North Korea Leadership Watch. Secondo l’analista, per il leader nordcoreano sarebbe suicida usare i propri missili rischiando di provocare una risposta americana.
COME PUO’ FINIRE – Secondo Koo Hae-woo, ex alto funzionario dei servizi di Seul, “gli Stati Uniti accetteranno di trattare con il Nord solo se riterranno che lo scontro fisico è imminente, il Nord non punta ad uno scontro ma ad aumentare le tensioni per arrivare ad un negoziato“.