Sempre più rifiuti in spiaggia, parte #SeaGarbageChallenge

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#SeaGarbageChallenge, è la sfida dell’estate! Lanciata dall’agenzia di comunicazione milanese Mediatyche, la sfida invita l’intera “popolazione” da spiaggia a raccogliere i rifiuti abbandonati sulla riva o in mare.

Tra i frequentatori delle spiagge c’è chi tutto l’anno convive con la sporcizia abbandonata e ogni giorno si impegna nel ripulire le sponde dei nostri mari. Ma non solo, c’è anche chi, in ferie per poco, si trova di fronte a questo problema difficilmente ignorabile, specialmente per chi ha bambini piccoli che amano raccogliere di tutto dalla spiaggia, rifiuti compresi!. D’estate poi, con l’arrivo di molti turisti, troppo spesso incuranti dell’ambiente in cui si trovano, la situazione non fa che peggiorare.

Questo il motivo da cui nasce la sfida: ognuno può fare un piccolo gesto per i nostri mari e il nostro ambiente! Le regole sono semplici, basta postare una foto o un video con l’hashtag #SeaGarbageChallenge mentre si raccoglie un rifiuto in riva al mare. Lo step successivo consiste nel taggare due amici, invitandoli a fare lo stesso dando così vita a una catena virtuosa della raccolta.

L’obiettivo è sensibilizzare il grande pubblico sui seri problemi che l’abbandono dei rifiuti nei mari può causare. Basti pensare che recentemente nella parte meridionale del Pacifico è stata scoperta un’isola interamente composta di rifiuti: ribattezzata la Patch Garbage South Pacific. Questo mare di plastica ricopre una superficie di oltre 2,6 milioni di km², pari a otto volte l’Italia, e si aggiunge alla “gemella” californiana Great Pacific Garbage Patchdi 10 milioni di km².

Questa iniziativa è in linea con l’impegno dell’agenzia Mediatyche, improntata alla comunicazione sostenibile. “Lavoriamo da anni per promuovere all’interno delle aziende e tra i singoli le buone pratiche del “vivere green”, ed è importante ricordarlo anche in vacanza, quando di solito si è più rilassati e meno attenti al benessere del Pianeta” spiega Elena Rabaglio, partener e co-fondatrice di Mediatyche.

Gli esperti ipotizzano che, se le cattive pratiche dei turisti stenteranno a cessare, nell’arco di soli quindici anni le dimensioni di queste isole di rifiuti aumenteranno e il rischio ambientale che ne consegue anche.

La sfida è aperta!

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