La Sardegna è tra le Regioni più colpite dalla siccità e l’area settentrionale è quella maggiormente in sofferenza. Gli ultimi dati rilasciati dal Distretto Idrografico della Sardegna (aggiornati al 31 luglio) sulla situazione degli invasi nella Nurra sono impietosi: il Cuga e il Bidighiunzu contengono solo l’11 per cento del volume consentito mentre il Temo ne contiene il 23 per cento. Anche la Gallura non sta meglio: le nevicate invernali hanno permesso al Liscia di invasare grandi quantità d’acqua ma l’assenza di precipitazioni e l’alto utilizzo della risorsa, tipico del periodo estivo, ha creato le condizioni per le turnazioni nell’irrigazione dei campi. “I risvolti negativi di questa crisi idrica senza fine sono molteplici e il comparto agricolo sardo sta vivendo una stagione sempre più complicata,” afferma il direttore della Coldiretti Nord Sardegna, Ermanno Mazzetti. “Se l’Amministrazione Regionale ha a cuore il nostro settore e se veramente lo vuole tutelare deve intervenire immediatamente e mettere a disposizione delle aziende quanto è stato promesso in questi mesi. I soldi devono arrivare in fretta nelle tasche dei pastori, dei cerialicoltori, degli allevatori, dei pescatori e di tutti gli imprenditori agricoli che ogni mattina cercano di portare avanti la propria azienda tra mille difficoltà. Senza queste risposte si mettono a rischio centinaia di posti di lavoro“. L’assenza di piogge colpisce tutti i settori del mondo agro-pastorale sardo, senza esclusioni. Il comparto ovino subirà un’importante flessione nella produzione del latte e anche il numero delle nascite sarà in netta diminuzione. Da mesi il comparto bovino denuncia le proprie difficoltà, gli allevatori fanno fatica a trovare il foraggio e i prezzi di acquisto sono in costante aumento. “La vendemmia del 2017 – spiega Coldiretti – è sia la più precoce dell’ultimo decennio sia la più scarsa dal dopoguerra. La produzione ortofrutticola paga a carissimo prezzo la carenza d’acqua e anche le colture come mais ed erba medica non stanno generando il reddito sperato. I carcioficoltori dell’area di Ittiri non hanno potuto seminare e quest’anno il loro prodotto non sarà messo in commercio. L’apicoltura registra gravi deficit nella produzione. La Siccità, inoltre, è stato un fattore determinante nel numero degli incendi che hanno distrutto migliaia di ettari di bosco e pascoli“. La tendenza degli ultimi anni “dimostra come il fenomeno dei cambiamenti climatici sia diventato un dato strutturale con il quale iniziare a confrontarsi“. “A fine luglio abbiamo sospeso la manifestazione di Olbia perché la Regione aveva assunto con la Coldiretti degli impegni precisi che sono stati disattesi con ricadute disastrose per il comparto agricolo – dichiara il presidente della Coldiretti Nord Sardegna, Battista Cualbu. “Nelle campagne stiamo vivendo una stagione critica dove Siccità e crisi idrica non risparmiano nessuno. Servono fondi straordinari di solidarietà per ristorare tutta la filiera e una programmazione pluriennale che ci consenta di uscire da questa crisi. Anche per questi motivi il cinque settembre la Coldiretti Sardegna tornerà in piazza per manifestare“.