Il cielo è da sempre metafora della frontiera estrema, il confine oltre il quale spingere la conoscenza e la tecnica dell’uomo. Esattamente 40 anni fa, il 26 agosto del 1977, l’Italia entrava tra i paesi più avanzati nell’industria spaziale con il lancio da Cape Canaveral in Florida del satellite geostazionario Sirio (Satellite italiano di ricerca industriale e operativa), il primo completamente progettato e realizzato nel nostro Paese. Il programma – spiega Edward Bartolucci nell’Almanacco della Scienza del CNR – fu affidato, per la progettazione e la realizzazione, al Consiglio nazionale delle ricerche in collaborazione con la Compagnia industriale aerospaziale, consorzio delle principali aziende pubbliche e private italiane del settore, e alla Telespazio per la gestione delle attività del satellite in orbita.
Basato su un progetto del 1967 di Francesco Carassa del Politecnico di Milano, promotore della costituzione del Centro studi per le telecomunicazioni spaziali del Cnr, Sirio aveva la missione di studiare la propagazione delle onde radio ad alte frequenze, tra i 12 e i 18 Ghz, al fine di sviluppare nuove possibilità per le comunicazioni telefoniche e televisive via satellite. Nel 1975 la Nasa, per il lancio del satellite, firma un contratto con il Cnr, che ha il compito di formare le competenze per operare con i mezzi e i servizi messi a disposizione dalla stessa agenzia governativa spaziale statunitense. L’Ente affida al direttore del Centro nazionale universitario di calcolo elettronico (Cnuce), Guido Torrigiani, il compito di sviluppare negli Usa le competenze per il calcolo finalizzato al controllo di volo dei satelliti. Il primo nucleo di ingegneri italiani inviati al Goddard Space Flight Center di Washington nel giugno del ’75 è costituito da Alberto Foni, Giorgio Faconti e Stefano Trumpy. Quest’ultimo, alla fine del ’76, assume il ruolo di Flight Operations Manager fino alla fase di hand-over, dopo il raggiungimento dell’orbita geostazionaria prevista.
“La vita operativa di Sirio sarebbe dovuta durare due anni, invece funzionò per dieci, poiché il consumo di carburante idrazina era stato molto contenuto durante la fase uno, grazie agli esperimenti voluti da Carassa; nel 1983 il satellite, sulla base di un accordo tra il Cnr e il Cast (Chinese Academy of Space and Technology), fu riposizionato a 65 gradi di longitudine est per favorire esperimenti con la Cina”, ricorda Trumpy, ex direttore del Cnuce-Cnr. “Durante la fase due, dopo quattro anni, si era quasi esaurito il carburante disponibile e quindi si decise, in occasione del decennale dal lancio, di raggiungere una postazione a 75 gradi di longitudine est, un punto di minimo potenziale terrestre; a quel punto Sirio aveva esaurito ogni possibilità di ulteriore manovra. L’ultima manovra avvenne il 26 agosto del 1987 e fu eseguita presso la base spaziale San Marco e gestita da Luigi Broglio il quale ci scrisse: ‘Mi congratulo con tutti voi per la piena riuscita della manovra di assetto sul satellite Sirio, manovra fatta in contingenza per la completa assenza di idrazina’. Si usò infatti soltanto gas pressurizzante”.
Ma quale fu il segreto che permise a Sirio una tale durata? “Noi del gruppo dinamica del volo trattavamo Sirio come un figlio al quale garantire lunga vita, in buona salute. Il concepimento del satellite e la fase fetale sono quindi state perfette, grazie a genitori industriali molto efficaci”, conclude Trumpy. “Questo ha permesso ai gestori delle fasi adolescenziali e adulte delle manovre orbitali e di puntamento dell’antenna Shf di produrre risultati eccellenti, che hanno assicurato la lunga vita operativa di Sirio”.
Nel cielo, Sirio è ancora in orbita, non rientrerà nell’atmosfera e continuerà a girare per millenni intorno alla Terra a circa 36mila chilometri di altezza, con variazioni cicliche dovute all’attrazione del Sole e della Luna. Un modello del satellite donato dal Cnr è esposto nell’area dedicata allo spazio del Museo della scienza e della tecnologia Leonardo Da Vinci a Milano.
I principali protagonisti del progetto Sirio stanno organizzando un evento celebrativo per il quarantennale del lancio, che si terrà tra la fine di settembre e i primi di ottobre prossimi.