A quarant’anni di distanza, dal 25 agosto 1977, data in cui da Cape Canaveral, negli Stati Uniti, venne lanciato in orbita Sirio, (acronimo per Satellite italiano di ricerca industriale e operativa) continua a girare intorno alla terra, ma non e’ piu’ operativo. Nei dieci anni in cui lo e’ stato, il satellite e’ stato usato per innumerevoli sperimentazioni. A parlare all’AGI e’ Stefano Trumpy, all’epoca Flight Operation Manager per il lancio e la messa in orbita geostazionaria di Sirio. Per arrivare a quel risultato ci erano voluti due anni di lavori frenetici, dopo la firma nel marzo 1975 del contratto tra il Cnr e la Nasa. Le prime complicazioni le aveva create proprio quest’ultima: pochi mesi prima, infatti, l’agenzia spaziale americana aveva deciso di non prendersi piu’ la responsabilita’ delle operazioni orbitali dei satelliti non americani, limitandosi alla fornitura dei servizi di lancio e all’assistenza tecnica. Il Cnr, allora guidato da Alessandro Faedo, chiese al Cnuce (Centro nazionale universitario di calcolo elettrico) di “creare in tempi rapidi un gruppo di esperti in software, con competenza nel settore della dinamica celeste, che doveva lavorare con continuita’ presso il Goddard Space Flight Center (GSFC) della Nasa in Maryland”. La data di lancio era stata inizialmente annunciata per il 17 agosto, poi anticipata per il 14 e infine era stata stabilita per il 16. Ma un problema tecnico costrinse la Nasa a rinviare. Per Sirio si dovette attendere il 25 agosto, dopo un logorante balletto di date. Con il carburante speciale a disposizione, era stato preventivato che Sirio rimanesse operativo almeno due anni. In realta’, grazie a un minore consumo di energia, il satellite italiano resto’ in attivita’ per un decennio. Adesso, anche se la sua vita ‘operativa’ si e’ conclusa, il satellite continua a girare intorno alla Terra a 36mila km di altezza, dov’e’ restera’ per diversi millenni.
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Spazio: 40 anni fa veniva lanciato Sirio, il satellite industriale italiano
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