Terra chiama Marte. Per la prima volta, le stazioni di terra dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), della NASA e della Russia Roscosmos si sono unite per eseguire un test sulle antenne terrestri volto a captare i deboli segnali inviati dalla sonda Trace Gas Orbiter (TGO), della missione ExoMars, in orbita intorno a Marte dallo scorso anno, in attesa della seconda fase della missione – ExoMars2020 – che porterà un rover provvisto di una trivella per cercare tracce di vita nel sottosuolo.
La radio principale di TGO – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – utilizza una antenna parabolica 2,2 metri di diametro per comunicare con le reti delle antenne terrestri gestite da ESA, NASA e dalla Russia. Nel corso dei prossimi anni, le potenzialità di trasmissione del segnale del TGO saranno utilizzate sempre più frequentemente per supportare le operazioni dei rover su Marte.
Il test è avvenuto lo scorso 13 agosto, proprio nel momento in cui Marte si trovava nel punto di massima distanza dalla Terra e la sonda europea si trovava a più di 397 milioni di chilometri di distanza dai radiotelescopi delle tre agenzie, una situazione che si verifica solo ogni due anni e rende le comunicazioni più complicate. Ma nonostante le difficoltà l’esito è stato positivo e le tre antenne sono state ritenute idonee a ricevere segnali anche in situazioni più ostili come è avvenuto in questa circostanza.
”Se si verificherà un problema con il nostro orbiter o, in futuro, con il rover che andrà su Marte, vogliamo essere certi di mantenere attiva la comunicazione anche nelle peggiori situazioni” dichiara Peter Schmitz dell’ESA. “Il test è andato molto bene nonostante l’estrema debolezza dei segnali”.
La simulazione ha richiesto un’elevata capacità di coordinamento tecnico tra le Agenzie che hanno dimostrati di avere tutte le carte in regola per supportare le future missioni sul Pianeta Rosso.