Da quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixé diffusa a un anno dalle prime scosse è confermata la volontà degli italiani di continuare a sostenere i territori devastati dal sisma. Portare in tavola i prodotti alimentari salvati dalle macerie è stata – sottolinea la Coldiretti – la più partecipata forma di solidarietà espressa nei confronti delle popolazioni terremotate. “Il terremoto ha colpito un territorio a prevalente economia agricola con una significativa presenza di allevamenti che occorre ora sostenere concretamente per non rassegnarsi all’abbandono e allo spopolamento”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare la necessità che “la ricostruzione vada di pari passo con la ripresa dell’economia che in queste zone significa soprattutto cibo e turismo”. Nonostante le difficoltà – precisa la Coldiretti – agricoltori e allevatori sono riusciti a garantire la produzione della maggior parte delle tipicità delle zone terremotate, anche se caldo e siccità non hanno di certo aiutato contribuendo a cali di produzione di diversi ingredienti come: la lenticchia di Castelluccio, il ciauscolo, il caratteristico salame spalmabile marchigiano. Lo stesso discorso vale per il pecorino dei Sibillini, per il latte, la patata rossa di Colfiorito, lo zafferano, il tartufo, il prosciutto di Norcia Igp o la cicerchia e il raccolto di grano .
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Terremoto, Coldiretti: Prodotti salvati da macerie per 1 italiano su 3
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