Abusivismo, magnitudo troppo bassa per fare danni, case costruite con materiali di scarsa qualità. Questi ed altri simili sono i principali argomenti addotti per quanto accaduto ad Ischia in seguito al terremoto dello scorso 21 agosto. Ma le motivazioni dei numerosi danni causati da un sisma che a malapena ha sfiorato una magnitudo 4, secondo molti esperti sarebbero da ricercare altrove. “Sono piuttosto disgustato, ma purtroppo non stupito dalle vergognose quanto ingiustificate affermazioni fatte dai mezzi di informazione nelle ore seguenti al terremoto […] lasciando naturalmente intendere che la colpa è tutta dei meridionali, e che se un terremoto simile fosse venuto ad Udine niente sarebbe successo“. Così il professor Antonio Moretti, geologo specializzato in sismologia, si esprime in merito all’argomento attraverso la propria pagina Facebook.
“Oltre ad essere offensivo verso il nostro Mezzogiorno – continua Moretti – è anche assolutamente falso. Le norme antisismiche le avevano emanate i Borbone, e “l’Italietta” sabauda le ha semplicemente abolite assieme a tutto il patrimonio di conoscenza e di cultura tecnica del Regno di Napoli. Dopo il terremoto del 1883 la commissione del nuovo stato italiano ha concluso, vergognosamente, che gli edifici erano crollati perché di scarso valore, limitandosi semplicemente a consigliare di non ricostruire sul versante della montagna dove i danni erano stati maggiori. Sono passati 130 anni, e del grande terremoto è rimasto solo qualche reminiscenza lessicale nel sud della penisola”. In merito al terremoto del 1883 Moretti invita in particolare alla lettura di una tesi di laurea nella quale si ripercorre parte della storia geologica di Ischia, ritenuta fondamentale dallo studioso per capire quanto accaduto qualche giorno da, ma soprattutto quanto ancora potrebbe ancora in futuro.
“Ed ora la storia semplicemente si ripete – precisa il geologo -, le stesse frasi e le stesse idiozie”. Osservando foto scattate in occasioni del sisma “non mi sembra assolutamente che le antiche murature fossero di scarsa qualità ma di pietra ben squadrata ed ammorsata. È stato un terremoto VERO, con accelerazioni al suolo confrontabili con quelle dei terremoti appenninici. A quei geologi (e sismologi) che parlano di amplificazioni locali del suolo consiglio di andare a rileggere il vecchio Tongiorgi-Trevisan (La Terra, UTET, 1955): vi spiegherà che la propagazione dell’energia segue la legge dell’inverso del quadrato della distanza, quindi un terremoto a 5 km produce una densità di energia al suolo 4 volte maggiore rispetto ad uno localizzato a 10, e soprattutto che si esprime con moto prevalentemente sussultorio. Altro che norme non rispettate, sono le NORME ad essere INADEGUATE al nostro territorio“.
Duri i toni di Moretti, che non ci sta a vedere colpevolizzato chi effettivamente nulla poteva: il territorio di Ischia, come quello di altre zone d’Italia, Amatrice una fra tutte, presentano una conformazione e una storia sismica che bisogna analizzare approfonditamente prima di emanare norme in tema di sicurezza e costruzioni antisismiche. “E “l’Italietta” che fa? – conclude Moretti – Polemica contro l’abusivismo al sud, come se sulla costa di Montecarlo ci fossero solo pochi borghi di pescatori“.