Annata negativa per il turismo in Abruzzo, che ha visto un crollo delle presenze fisse, mentre permangono quelle mordi e fuggi: la Regione fa i conti con un inverno difficile, marcato dalla tragedia di Rigopiano, con la valanga che ha travolto un hotel a Farindola (Pescara) sul lato pescarese del Gran Sasso che ha ucciso 29 persone. Piu’ che la paura del terremoto del 24 agosto dello scorso anno, quello di Amatrice o le scosse di ottobre delle Marche, a rendere difficile la situazione del settore e’ una molteplicita’ di cause.
Secondo Giovanni Lolli, vicepresidente della Regione e delegato al turismo, la ”botta del 24 agosto e poi Rigopiano, hanno fermato le prenotazioni nel momento decisivo che e’ gennaio e febbraio: l’inverno a Roccaraso e’ andato molto bene per le presenze giornaliere del weekend, alberghi in difficolta’ invece durante la settimana. A mancare e’ il turismo residenziale, specie nel teramano, e quello religioso e scolastico, dovuto a questa concomitanza di ragioni, ma con prevalenza il maltempo dell’inverno.”
“Le alte temperature hanno in qualche modo favorito il mordi e fuggi in montagna – spiega Lolli – poi le vicende degli incendi di Campo Imperatore bene non ci fanno. In merito al terremoto c’e’ da dire una cosa: che sia quello del 24 agosto che il successivo non hanno mai ‘toccato’ mediaticamente l’Abruzzo, ma Umbria e Marche si”’.