Per 2000 anni la lingua dell’antico Egitto era rimasta uno dei più grandi misteri mai svelati, in cui si nascondeva la storia di una civiltà millenaria. Fu l’archeologo francese Jean-Francois Champollion a scoprire la chiave esatta per decodificare i geroglifici, termine che per gli Egiziani significava “sacra incisione”. La sua geniale intuizione, contenuta nella “Lettera a M. Dacier”, fu esposta per la prima volta all’Academie des Inscriptions et Belles Lettres di Parigi, il 27 settembre 1822, esattamente 195 anni fa. Fondamentale era stata la scoperta della Stele di Rosetta, una lastra di granodiorite, roccia simile al granito, recante il decreto di Menfi, promulgato il 27 marzo del 196 a.C. dai sacerdoti del tempio di Ptah (Menfi) per celebrare l’anniversario dell’ascesa al trono del faraone Tolomeo V Epifane, avvenuta l’anno precedente.
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Accadde oggi: 195 anni fa la decodificazione dei geroglifici
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