Si chiama PSR J0952-0607, J0952 in breve, ed è la seconda pulsar più veloce che conosciamo. La sua scoperta è frutto della rivelazione da parte del telescopio spaziale Fermi, e di una campagna osservativa realizzata successivamente con il radiotelescopio a basse frequenze Lofar (Low Frequency Array). J0952 compie più di 42.000 giri su se stessa in un minuto, ed è quindi stata classificata come pulsar al millisecondo. Una pulsar – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – è ciò che rimane del nucleo di una stella massiccia esplosa come supernova. Un oggetto simile, chiamato anche stella di neutroni, contiene una massa di poco superiore a quella del Sole, racchiusa in una sfera del diametro pari a quello del raccordo anulare di Roma. Una pulsar è così chiamata perché, ruotando su se stessa, emette un fascio di onde radio e raggi X o gamma che colpiscono la Terra periodicamente, in modo simile a ciò che accade per un faro. «Circa un terzo delle sorgenti di raggi gamma osservate da Fermi non è stato rilevato ad altre lunghezze d’onda», dice Elizabeth Ferrara, ricercatrice della NASA che ha contribuito alla scoperta. «Molte di queste sorgenti non identificate potrebbero essere pulsar, ma abbiamo bisogno di osservazioni di follow up con telescopi radio per dimostrarlo».
J0952 si trova a una distanza tra i 3.200 e i 5.700 anni luce da noi, in direzione della costellazione del Sestante. La pulsar contiene 1.4 volte la massa del Sole e compie un’orbita completa ogni 6.4 ore attorno a una stella compagna. A un certo punto della storia evolutiva di questo sistema, la materia ha iniziato a fluire dalla compagna alla pulsar, aumentandone la velocità di rotazione fino a 707 giri al secondo (più di 42.000 giri al minuto) e di conseguenza intensificando le sue emissioni. La pulsar, a questo punto, ha iniziato a iniziato a innescare l’evaporazione della compagna, e questo processo è in corso ancora oggi. La scoperta di questo sistema suggerisce la possibilità di scovare una nuova popolazione di pulsar ultra veloci tra le sorgenti non identificate di Fermi. «Gli impulsi osservati da Lofar per J0952 sono attorno alla frequenza radio di 135 MHz, circa il 45% in meno rispetto alle frequenze più basse di una campagna radio convenzionale», spiega Cees Bassa del Netherlands Institute for Radio Astronomy. «Abbiamo scoperto che J0952 emette su uno spettro radio molto stretto, ovvero che i suoi impulsi spariscono rapidamente a frequenze più alte. Sarebbe stata una sfida trovarla senza avere a disposizione Lofar». Secondo la teoria una pulsar può arrivare a ruotare fino a 72.000 volte al minuto, ma la più veloce che conosciamo (PSR J1748-2446ad) arriva a circa 43.000 giri al minuto, circa il 60% rispetto al massimo teorico. Da un lato è possibile che, oltre una certa velocità di rotazione, le pulsar non possano proprio formarsi, ma dall’altro potrebbe esserci semplicemente un limite osservativo che ci impedisce di raggiungere un’intera popolazione di pulsar ultra veloci.
La missione Fermi è un progetto sviluppato dalla NASA, con contributi italiani di tipo scientifico, industriale e tecnologico che includono l’Agenzia Spaziale Italiana, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e l’Istituto Nazionale di Astrofisica. Inoltre, l’Italia partecipa alla missione attraverso attività di archiviazione, analisi e distribuzione dati svolte presso lo Space Science Data Center dell’ASI.