“Nel nostro Paese ci sono le zanzare che possono trasmettere la malaria, si tratta delle Anopheles. Sono presenti in aree umide e paludose e per fortuna non in grande densita'”. Lo ha detto all’AGI Alessandra Della Torre, docente associato di parassitologia dell’Universita’ La Sapienza di Roma.
“Le regioni d’Italia – ha continuato – dove sono presenti maggiormente le Anopheles sono quelle tirreniche e centro meridionali, come ad esempio la Toscana”. Questo pero’ non significa che in queste regioni il rischio di ammalarsi di malaria e’ alto. “Nel nostro Paese il rischio – ha specificato Della Torre – e’ molto basso. Per esserci trasmissione infatti occorre che una zanzara punga una persona colpita da malaria e che poi a sua volta quella stessa zanzara, dopo un certo periodo, punga una seconda persona a cui trasmettere il plasmodio. Data la bassa frequenza di casi di malaria importati si tratta di una catena di probabilita’ piuttosto ridotta. Ma non impossibile, come potrebbe dimostrare il caso della bambina di Trento”.
La zanzara, secondo l’esperta, diventa un vettore della malaria una decina di giorni dopo che ha punto la persona malata. “Tanto infatti impiega il parassita per moltiplicarsi e potenzialmente per infettare un’altra persona – ha specificato Della Torre – La zanzara smette di essere pericolosa quando muore”.
In teoria, ci sono piu’ probabilita’ che una zanzara si infetti pungendo una persona colpita dal Plasmodium falciparum, il patogeno piu’ virulento, lo stesso che ha ucciso la bimba di 4 anni. “E’ infatti quello piu’ diffuso in Africa – ha spiegato Della Torre – e quello che di conseguenza puo’ avere piu’ probabilita’ di arrivare nel nostro Paese”. Non e’ pero’ la puntura di una persona infetta a rappresentare il principale pericolo che una zanzara diventi portatrice del parassita responsabile della malaria.
“Sempre rari, ma piu’ diffusi, i casi di importazione di zanzare infette dai Paesi in cui la malaria e’ endemica”, ha sottolineato la parassitologa. “Le zanzare possono viaggiare in aereo, nei container delle navi e cosi’ via. Il rischio non e’ quindi – ha continuato – solo legato agli immigrati, quanto ai viaggi nelle aree a rischio”.