Cassini verso il tuffo finale, addio alla sonda di Saturno

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Addio alla sonda Cassini che per anni ha esplorato il pianeta Saturno, i suoi anelli e la sua luna più grande Titano coma mai prima d’ora. Oggi, alle 13,55 ora italiana, le antenne australiane della Nasa riceveranno l’ultimo segnale radio della sonda Cassini, un segnale partito un’ora e 23 minuti prima dagli strati più alti dell’atmosfera del pianeta con gli anelli. Pochi secondi dopo la sonda compirà il suo tuffo finale e si disintegrerà per effetto delle potenti forze aerodinamiche dovute alla grande velocità pari a 30 chilometri al secondo, come coprire in 20 secondi la distanza fra Roma e Milano.
Da quel momento si spegneranno i riflettori sulla missione robotica interplanetaria di Nasa, Esa e Agenzia Spaziale Italiana, una missione che lascia una immensa eredità scientifica. Cassini è stata la prima sonda a entrare nell’orbita di Saturno il primo luglio del 2004, la quarta sonda ad avere visitato il pianeta dopo la Pioneer 11 e le Voyager 1 e 2.

Lanciata il 15 ottobre 1997 con un volo spettacolare dal poligono di Cape Canaveral, Cassini ha avuto il compito di studiare il sistema di Saturno, comprese le sue lune e i suoi anelli. La missione è composta dall’orbiter Cassini della Nasa e dal lander Huygens dell’Esa. Domani il mondo della scienza e dello spazio la saluterà con un intenso “Goodbye kiss” come la Nasa ha romanticamente battezzato il saluto finale a Cassini.
Anche l’Agenzia Spaziale Italiana darà, dalla sua sede di Roma, l’ultimo saluto a Cassini con un evento cui partecipa il presidente dell’Asi, Roberto Battiston, una delegazione della Nasa, rappresentanti dell’Esa, delle università italiane e dell’industria nazionale, Leonardo e Thales Alenia Space in primo piano, che hanno contribuito alla storica missione. “In più di dieci anni nell’atmosfera di Saturno, Cassini ha visitato tutte le principali lune del pianeta e prodotto una serie di straordinarie scoperte e l’eredità che lascia in dote alla comunità scientifica internazionale è immensa” sottolinea Luciano Iess, docente di ingegneria meccanica e aerospaziale a La Sapienza che ha partecipato al progetto fin dalle fasi preliminari al lancio.
Durante le fasi finali della missione, iniziate il 26 aprile scorso, Cassini è passata 22 volte vicinissima a Saturno, permettendo di gettare luce per la prima volta sulla struttura interna del gigante gassoso e di rivelare l’età dei suoi anelli. E proprio in queste ultime ore di vita della sonda, i ricercatori della Sapienza hanno presentato al team Cassini gli ultimi e rivoluzionari dati ricevuti. La missione, guidata dalla Nasa con importanti contributi dell’Agenzia Spaziale Italiana e dell’Agenzia Spaziale Europea è arrivata nell’orbita di Saturno il primo luglio 2004 dopo una lunga fase di crociera.
Durante il tour del sistema di Saturno, Cassini ha reso possibile la scoperta di mari e laghi di idrocarburi liquidi sulla superficie di Titano, la seconda luna del sistema solare per dimensioni, nonché la determinazione della struttura interna del satellite e la scoperta di un nucleo roccioso di circa 2.000 chilometri di raggio composto da silicati idrati. Grazie alla misura delle maree di Titano, è stata rivelata l’esistenza di un oceano di acqua liquida sotto la crosta ghiacciata del satellite. La batimetria dei mari della luna mostra come questi raggiungano la profondità di 170 m. Nel 2014 è stato poi rilevato una grande quantità di acqua liquida nella regione polare meridionale di Encelado, pari a circa 240 volte il lago di Garda, al di sotto della fredda crosta ghiacciata di -190° C della piccola luna che ha un raggio di 252 chilometri. “Il fatto che l’oceano ‘poggi’ su una base di rocce e di silicati costituisce una sede ideale per lo sviluppo di reazioni chimiche complesse, quali quelle necessarie per la vita” indicano ancora i ricercatori della Sapienza guidati da Iess e dal Dipartimento di Ingegneria elettronica e delle telecomunicazioni con il professor Roberto Seu.
Importante l’apporto dell’industria italiana nella missione Cassini. Tutti i dati raccolti da Huygens nel corso della discesa e dalla superficie di Titano, tra cui quelli dello strumento italiano Hasi realizzato da Leonardo, sono stati trasmessi alla sonda Cassini attraverso il sottosistema di comunicazione Probe Data Relay Subsystem (Pdrs), realizzato da Thales Alenia Space. Nella missione Cassini-Huygens, il colosso italiano Leonardo ha un ruolo di primissimo avendo fornito gli strumenti di navigazione, le tecnologie per i radar di bordo e importanti strumenti di osservazione e misura sia a bordo dell’orbiter che del lander.
Nella missione Cassini, Thales Alenia Space (joint venture tra Thales 67% e Leonardo 33%), è prime contractor per la costruzione del lander Huygens ed è responsabile della progettazione e realizzazione di importanti sistemi elettronici all’interno dell’orbiter, per conto dell’Asi.

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