Terminata il 31 agosto l’estate meteorologica, Michele Brunetti, climatologo dell’Isac-Cnr, tira le somme in riferimento alle condizioni climatiche che hanno caratterizzato l’Italia negli ultimi mesi: “Il mese di agosto si è chiuso, per l’Italia, con un’anomalia di +2.53°C sopra alla media del periodo di riferimento 1971-2000, risultando il terzo agosto più caldo dal 1800 ad oggi (più caldi furono solo l’agosto del 2012 e del 2003, con anomalie di +2.56°C e +3.86°C rispettivamente)“.
“Il 4 agosto è stato il giorno più caldo degli ultimi 60 anni per molte città italiane (per esempio a Bologna, Forlì, Ferrara, Trieste, Perugia, Pescara e Alghero tra le stazioni a nostra disposizione)“. “Il caldo dell’ultimo mese, assieme alle temperature eccezionalmente alte del mese di giugno (il secondo più caldo di sempre con un’anomalia di +3.22°C) e a un luglio non eccezionale ma comunque tra i 10 più caldi di sempre, hanno portato l’estate 2017 ad essere seconda solo a quella eccezionalmente torrida del 2003 (anomalia di +2.48°C quella di quest’anno contro +3.76°C dell’estate 2003)“.
“L’estate 2017 non verrà ricordata solo per il caldo, ma anche e soprattutto per i gravi problemi di siccità. Il mese di agosto ha registrato pochissime precipitazioni sull’intero territorio nazionale, facendo segnare un -82% rispetto alla piovosità media di questo mese sul periodo di riferimento 1971-2000, risultando il quarto tra i più secchi dal 1800 e facendo chiudere la stagione estiva con un deficit di precipitazione pari a -41% rispetto alla media, la quarta estate più secca di sempre“. “Le scarse precipitazioni estive non hanno fatto altro che peggiorare una condizione di siccità già molto grave alla chiusura della stagione primaverile che, con un deficit di quasi il 50% rispetto alle precipitazioni medie primaverili, è risultata la terza più secca di sempre. A parte le importanti precipitazioni che hanno caratterizzato il centro-sud nel mese di febbraio, è da dicembre 2016 che le precipitazioni risultano sotto media sull’intero territorio nazionale, tanto che, se consideriamo le precipitazioni cumulate sulle ultime tre stagioni (i 9 mesi da dicembre 2016 ad agosto 2017), siamo di fronte a un deficit di precipitazioni di quasi il 40%, senza grosse differenze tra nord e sud e, se le confrontiamo con le medesime tre stagioni dal 1800 ad oggi, quelli di quest’anno risultano i 9 mesi più secchi di sempre“.