I fenomeni estremi hanno interessato in questi giorni sia l’Italia che l’America. In particolare ci sono state sette vittime nei Caraibi e in Florida per l’uragano Irma, otto nella sola città di Livorno per l’alluvione dei giorni scorsi. “La grande differenza è che in Italia la prevenzione non e’ prioritaria nell’agenda della politica”. Lo afferma Stefano Cianciotta, docente di Comunicazione di crisi aziendale all’Università di Teramo.
“Il primo atto che fece Obama dopo il suo insediamento fu la riforma del sistema di protezione civile – ha spiegato Cianciotta – e in questi dieci anni c’è stata molta attività di prevenzione e di sensibilizzazione, che ha consentito, nello Stato della Florida, lo spostamento di circa sei milioni di persone”. “A Livorno – ha proseguito – abbiamo assistito allo stesso canovaccio di qualche anno fa a Roma, con le diatribe tra il sindaco Alemanno e il capo della Protezione Civile Gabrielli: il sindaco ha chiamato in causa il presidente della Regione, che a sua volta ha chiamato in causa la Protezione civile”.
La tragedia di Rigopiano, gli incendi a Roma, l’alluvione dei giorni scorsi a Livorno: emergenze che richiedono l’attivazione di procedure precise che, secondo l’esperto, “sono assenti in Italia”, dove “si interviene in una fase successiva alla calamita’, quando invece sarebbe opportuno che tutti i soggetti preposti alla prevenzione si sedessero a un tavolo in una fase preliminare e che si individuasse un portavoce unico all’interno delle unita’ di crisi”. “Molti sindaci italiani – ha detto infine Cianciotta – non hanno capito che, essendo la prima interfaccia di protezione civile sul territorio, in ogni caso hanno un ruolo fondamentale e che devono esercitarlo”.