Fenomeni estremi: “Entro il 2050 estati infernali e uragani sempre più frequenti”

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Il caldo rovente della scorsa estate non è stato solo un caso sporadico: secondo gli esperti, i picchi infernali raggiunti ad agosto sono 4 volte più alti rispetto a un secolo fa, ed entro il 2050 saranno la norma. In particolare per quei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, Italia in testa.

E’ quanto emerge da uno studio condotto dal World Weather Attribution (WWA), secondo cui l’arrivo dell’anticiclone nordafricano che ad agosto ha interessato il nostro Paese provocando picchi di caldo estremi, dipende sopratutto dal riscaldamento climatico, e dunque dall’uomo. Pertanto, l’unica vera soluzione è quella di attuare delle reali strategie per combattere i problemi ambientali, oppure prepararsi a sopportare temperature sempre più infernali.

“Le estati stanno diventando sempre piu’ calde con ondate molto piu’ intense di quelle che sperimentate dai miei genitori negli anni ’50”, ha dichiarato al Guardian Friederike Otto, professore all’universita’ di Oxford e tra i ricercatori dello studio del WWA. “Se non faremo nulla per ridurre le emissioni di gas serra, il caldo rovente della scorsa estate sara’ lo standard tra qualche decennio”.

Le conseguenze saranno pesanti, e qualche piccola anticipazione si è vista durante l’estate appena trascorsa: nel mese di agosto infatti in Italia per ben tre giorni e tre notti le temperature non sono mai scese al di sotto dei 30 gradi, causando un aumento del 15% delle presenze al pronto soccorso.

Ma cosa fare? Nel breve tempo e’ necessario che le amministrazioni cittadine, d’accordo con la comunità scientifica, “si dotino di un piano d’azione per la gestione di queste emergenze caldo in modo da salvare piu’ vite possibile”, ha dichiarato alla Reuters Robert Vautard, ricercatore del Laboratorio di Scienze climatiche e ambientali.

In parallelo è di primaria importanza iniziare a gestire seriamente le problematiche legate all’impatto ambientale: gran parte della responsabilità di un aumento della frequenza di questi fenomeni estremi è da ricercare nei cambiamenti climatici. Dagli incendi in Portogallo e Spagna agli uragani sempre piu’ difficili da gestire, fino allo sbiancamento della barriera corallina in Australia, le conseguenze del surriscaldamento sono visibili in ogni parte del mondo.

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