Da droga illegale a candidato farmaco per curare la depressione resistente alle terapie disponibili, una condizione che secondo gli esperti riguarda circa un terzo dei pazienti afflitti dal ‘mal di vivere’. La psilocibina, principio attivo dei funghi magici, proibiti a metà anni ’60 per le proprietà allucinogene che ne avevano fatto uno dei simboli della Beat Generation, verrà sperimentata su 400 persone con depressione ‘difficile’ in 8 Paesi europei.
Il trial, promosso dall’azienda inglese Compass Pathways, dovrebbe iniziare all’inizio del 2018 e durare 3 mesi. E visto che – proprio per la sua passata ‘carriera’ di sostanza a uso ricreazionale – il profilo di sicurezza della psilocibina è tutto sommato noto, se i risultati dei test saranno positivi potrebbero aprire alla sua approvazione come farmaco.
“Non si tratta di un ritorno agli anni ’60 – ha tenuto a precisare al ‘Financial Times’ George Goldsmith, uno dei fondatori della compagnia farmaceutica con sede a Londra – bensì di far progredire la scienza del ventunesimo secolo grazie all’innovazione digitale e a medicinali di cui ora conosciamo il funzionamento“.
La notizia del possibile riscatto dei funghi allucinogeni, o perlomeno del loro ingrediente attivo, si inserisce in un filone di ricerca sempre più affollato. Nella comunità scientifica internazionale – ricorda infatti il ‘Daily Mail’ – si assiste sempre più spesso a un ritrovato interesse verso sostanze come l’ecstasy o l’Lsd, riscoperte come speranze contro varie condizioni fra cui depressione, sindrome da stress post-traumatico, disturbo ossessivo-compulsivo o alcolismo.