Gli analisti internazionali ne discutono da mesi. Iran e Corea del Nord, sulla carta gemelli diversi, nelle ultime settimane hanno sfoderato programmi nucleari così simili da sollevare più di un dubbio tra gli analisti internazionali: che ci siano legami tra i due Paesi? Lo scenario, per quanto poco delineato, non è certo da scartare e rende inevitabile l’associazione. Del resto, vista l’escalation di test e lanci missilistici di Teheran e Pyongyang, la prospettiva che esista una cooperazione a due sembra farsi concreta di giorno in giorno.
Sabato scorso l’Iran ha testato con successo un nuovo missile balistico, il Khorramshahr, un test apparso come una sfida aperta alla retorica del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha rimesso in discussione l’accordo sul nucleare con Teheran, da lui definito “imbarazzante”. Dal canto suo, durante la cerimonia a Teheran, il presidente Hassan Rouhani ha ribadito che l’Iran rafforzerà le sue “capacità militari” e in particolare il suo programma di sviluppo di missili balistici.
Una strategia non troppo dissimile da quella adottata da Kim Jong-un contro la nemica America, tanto da far scattare l’allerta tra gli 007 britannici su un possibile sostegno miliare di Teheran al Rispettato Maresciallo. Stando a un articolo pubblicato qualche settimana fa dal quotidiano inglese ‘Telegraph’, i servizi britannici sospetterebbero che tra Iran e Corea del Nord ci sia un collegamento. Dietro lo sviluppo così repentino dei programmi nucleari e missilistici del regno eremita gli 007 sospettano che possa esserci lo zampino dell’Iran. E’ poco credibile, riferisce il ‘Telegraph’, che gli scienziati nordcoreani siano stati in grado di sviluppare da soli una simile tecnologia missilistica. E con una tempistica così limitata.
Inoltre, gli osservatori più attenti hanno notato come il missile iraniano appena lanciato presenti una serie di somiglianze con il coreano Hwasong-10, soprattutto per quanto riguarda la configurazione del motore. L’Iran sostiene che il nuovo missile sia frutto di un lavoro interamente domestico, ma, come ricorda Joseph Trevithick su ‘The drive’, Teheran è solita fare dichiarazioni simili per quel che riguarda il proprio arsenale, anche quando è chiaro che è improntato su progetti stranieri. I missili balistici di media gamma Shahab-3, ad esempio, sono un derivato del precedente Hwasong-7 della Corea del Nord.
“Gli scienziati della Corea del Nord – ha detto una fonte del governo inglese al ‘Telegraph’ – sono persone abili, ma è chiaro che non lavorano completamente da soli“. E se è vero che l’Iran è il sospettato numero uno della proliferazione nucleare di Pyongyang, sotto la lente degli 007 sarebbe finita anche la Russia. A preoccupare i servizi segreti inglesi è il timore che influenze esterne abbiano fornito alla Corea del Nord quell’arsenale e quell’esperienza tali da renderla una potenza nucleare. Il Foreign Office, il dicastero inglese responsabile della promozione degli interessi del Paese all’estero, starebbe indagando per capire se attuali o ex potenze nucleari hanno aiutato Kim Jong-Un nella sua escalation missilistica.