In Italia 230.000 casi di Parkinson: come riconoscere la malattia e imparare a conviverci

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Riconoscere la malattia di Parkinson, imparare a conviverci, prepararsi alla sua sua graduale evoluzione. Questa mattina, presso la sede di Ats Bergamo in via Francesco Galliccioli 4, è stato presentato il progetto «Presa in carico integrata delle persone con malattia di Parkinson» per la Valle Seriana Superiore e Valle di Scalve, emanazione del Tavolo di Sistema per la Salute della Valle Seriana.

Il Parkinson, malattia neurodegenreativa che in Italia colpisce circa 230.000 persone (l’1-2% degli ultrasessantenni ne è affetto e, in casi rari, può esordire anche prima dei 50 anni), nella Valle Seriana Superiore e Valle di Scalve presenta un tasso di diffusione maggiore rispetto ad altri territori provinciali: le persone censite che risultano esserne affette sono 150. Considerata la contiguità di territori il progetto verrà esteso a tutta la Valle Seriana e dunque ricomprenderà Valle Seriana, Valle Seriana Superiore e Valle di Scalve.

Per questo, il Tavolo di Sistema promosso da Ats Bergamo, con ente capofila l’Asst Bergamo Est, ha potuto contare sulla importante collaborazione di un Medico Referente dei Medici di famiglia e di un Farmacista Referente dei Farmacisti della Valle Seriane oltre che sul prezioso contributo di Medici Specialisti Neurologi dell’ASST Bergamo Est e del costruttivo apporto degli Ambiti Territoriali e delle Unità d’offerta Sociosanitarie, avvalendosi di un Gruppo di raccordo tecnico composto da esperti e coordinato dal Dipartimento PIPSS che ha messo a confronto i dati di epidemiologia sanitaria e sociosanitaria di cui Ats è in possesso con il punto di vista esperto degli stakeholders locali, ha individuato le aree di intervento prioritarie sulle quali agire.

Un lavoro di progettazione che si è concluso il 30 agosto scorso e che verrà implementato nel corso del mese di ottobre dal quale è emerso che nel caso delle 150 persone censite in Valle Seriana Superiore e Valle di Scalve, la gestione della malattia avviene in famiglia: all’inizio, infatti, la persona è autonoma e i sintomi sono gestibili, successivamente, quando la situazione peggiora, tramite il proprio Medico di famiglia e con le indicazioni del medico specialista-neurologo, si può ricorrere anche all’ADI e/o alla riabilitazione, ma il carico di assistenza maggiore rimane sulla famiglia e in particolare sulla figura del caregiver.

In particolare, si è compreso come, accanto al Medico di famiglia, rivesta un ruolo importante il Medico Specialista-Neurologo al quale la persona si rivolge quando avverte i primi sintami e che diventa un punto di riferiemento durante l’intero ciclo di evoluzione della malatta medesima.

Fondamentale è, infatti, giungere il prima possibile ad una diagnosi precoce per intervenire in modo mirato e personalizzato con terapie efficaci che possano rallentare la patologia.

A tal fine, le farmacie rappresentano un luogo privilegiato per aiutare a diffondere le informazioni corrette sui sintomi che possono “preannunciare” l’insorgenza di questa malattia. Per questo, tutte le farmacie della Valle e gli ambulatori dei medici di famiglia saranno dotati di un questionario informativo composto da 6 semplici domande cui rispondere.

Il farmacista consiglierà alle persone che hanno richiesto farmaci ad esempio per far fronte a tremori o rallentamenti dei movimenti, di rispondere alle 6 domande del questionario (definite. “campanelli d’allarme”): la risposta positiva ad almeno una di queste domande indicherà la necessità di approfondimenti clinici. E unitamente all’oposcolo, è stato predisposto un manifesto dal titolo «Accendi l’attenzione su questi sintomi…» che a sua volta sarà distribuito a tutte le farmacie e a tutti gli ambulatori dei medici di famiglia della Valle Seriana Superiore e Valle di Scalve.

«A volte, le persone, pur riconoscendo alcuni sontomi, evitano di chiedere al proprio medico di famiglia un approfondimento specialistico. Dunque, l’intervento informativo, amichevole e competente, del farmacista, che solitamente ha un dialogo positivo con le molte persone, può convincere la persona incerta a rivolgersi al proprio Medico per descrivere di disagio e ottenere un invio al centro per la diagnosi e la cura del Parkinson» – ha dichiarato la Dott.ssa Azzi, Direttore Generale di Ats Bergamo, precisando: «Una diagnosi di Parkinson mette la persona di fronte a un percorso di lenta e graduale fragilizzazione che suscita preoccupazione; tuttavia con “il Parkinson” è possibile convivere. Per questo, abbiamo fortemente voluto la realizzazione del progetto e del questionario che oggi presentiamo e più in generale ci impegniamo per diffondere maggiore consapevolezza circa questi disturbi. È compito di tutti noi garantire una buona qualità della vita ai malati e ai loro famigliari, costruendo una società accogliente e solidale, combattendo lo stigma e i pregiudizi che questa malattia porta con sé».

Anche grazie a questi strumenti, infatti, il paziente potrà interpellare il proprio Medico che, valutato il caso, potrà richiedere un consulto all’Ambulatorio Parkinson e disturbi del movimento presso l’Ospedale di Piario e Seriate. Inoltre, il Medico di Famiglia unitamente al referto clinico rilasciato dall’Ambulatorio Parkinson e disturbi del movimento, potrà ottenere anche suggerimenti per risolvere problemi sociosanitari o sociali Il neurologo potrà inviare anche i pazienti all’ambulatorio multidisciplinare di II^ livello presso l’ospedale di Piario; per i casi più complessi è previsto anche il ricovero presso il Centro Multidisciplinare per la diagnosi e la cura della malattia di Parkinson dell’ospedale di Gazzaniga.

«L’impegno per garantire una vita dignitosa ai malati e alle loro famiglie è globale ed è universalmente riconosciuta l’importanza di una diagnosi precoce che consente di intraprendere per tempo tutte le azioni necessarie a mantenere il benessere della persona il più a lungo possibile. Il questionario esposto sul bancone delle farmacie aiuterà a riconoscere in maniera semplice e immediata alcuni «campanelli d’allarme» della malattia, come la riduzione o mancanza di espressione facciale, la difficoltà nel movimento di un braccio o una gamba in assenza di dolore, la riduzione o perdita dei movimenti automatici che spesso accompagnao alcune azioni, nonché il cambiamento di linguaggio, il tremore, la scrittura piccola, lenta, filiforme e difficle da leggere» – ha precisato il Dott. Francesco Locati, direttore generale ASST Bergamo Est, ricordando – «Questo percorso potrà essere utile non solo ai nuovi pazienti ma anche ai già noti che potranno beneficiare di questo raccordo tra i Servizi. Il nostro obiettivo è, infatti, mettere al centro il cittadino fragile e accompagnarlo nella cura sia da un punto di vista sanitario sia per l’intervento sociosanitario e assistenziale necessario».

Va infine rivolto un ringraziamento all’Associazione Italiana Parkinsoniani che, oltre ad aver contribuito al progetto, si è anche dichiarata disponibile ad aprire le proprie attività di danzaterapia e musicoterapia ai pazienti inseriti nel percorso assistenziale.

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