Antonio Mattatelli, esorcista, è intervenuto questa mattina ai microfoni di ECG, il programma condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano.
Antonio Mattatelli sul documentario di William Friedkin dedicato a Padre Amorth: “Io ho conosciuto Padre Amorth, è stato un grande esorcista e penso che non avrebbe mai permesso la diffusione di questi video. Per rispettare la privacy delle persone e per evitare la spettacolarizzazione di un evento così forte come l’esorcismo. Io non ho mai permesso di fare delle riprese video, dei miei esorcismi ci sono degli audio, perché la persona stessa che viene esorcizzata vuole riascoltare come è andato l’esorcismo per meditare, approfondire, dar vita ad una crescita spirituale. Bisogna evitare la spettacolarizzazione di questi avvenimenti. Anche perché l’esorcismo non è un qualcosa che si conclude in poche ore, è un processo che può durare giorni, mesi o addirittura anni“.
Su Kim Jong Un “Non stiamo arrivando alla fine del mondo, ma forse alla fine di questo mondo sì. Lo dimostrano anche questi eventi meteorologici così improvvisi e repentini. C’è sfiducia nel futuro e questo vuol dire che sta per arrivare la fine della modernità. Dietro a Kim Jong Un c’è sicuramente Satana. Quando un uomo si mette al posto di Dio c’è idolatria e c’è Satana. In Corea del Nord sono proibite tutte le religioni, c’è solo il culto della famiglia Kim. Lui è un uomo che vuole essere adorato, è un uomo che si mette al posto di Dio. Potrebbe essere esorcizzato con la preghiera, come fece Papa Pio XII con Hitler. Papa Pio XII esorcizzò Hitler dal Vaticano“.
Aneddoti su esorcismi vari: “La cosa che più mi colpì fu quando un paziente di circa 45 anni, laureato e con un ottimo lavoro, a un certo punto, dopo l’inizio della preghiera, stravolse il viso e tirò fuori dalla bocca mezzo metro di lingua. Nel senso letterale del termine. Le sue urla sembrano destinate a far cadere la Chiesa. Paura? Le prime volte la provavo, poi ci si abitua. Ormai è routine questa.“