“La malaria rimane una delle infezioni piu’ gravi per i viaggiatori in paesi tropicali e per i rarissimi casi autoctoni in paesi sviluppati”. E’ il commento di Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’ospedale Spallanzani di Roma, al caso della bimba morta a Brescia.
“Cio’ – continua Ippolito – anche a causa della mancanza di linee guida armonizzate, di una grande varieta’ di regimi di trattamento utilizzati e la mancanza in Europa di un farmaco registrato, piu’ efficace del chinino, somministrabile endovena con la conseguente difficile reperibilita’ di esso”.
Per migliorare il livello di gestione della malaria grave e complicata il giorno 25 e 26 settembre 2017 è previsto a Roma presso l’Istituto Nazionale per Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani la prima riunione di un programma di ricerca dal Ministero della Salute. Nei prossimi 3 anni parteciperanno al programma 11 centri di malattie infettive italiani ospedalieri e universitari.
“Verranno registrati i casi di malaria grave ricoverati nei centri – spiega Ippolito – il tipo di trattamento utilizzato, l’andamento clinico e il risultato finale in termini di sopravvivenza, complicanze ed eventuale ricovero in terapia intensiva. Verranno inoltre registrati eventuali eventi avversi e monitorati con tecniche innovative, anche in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanita’, parametri immunologici e parassitologici per individuare fattori associati o meno a un migliore andamento clinico della malaria e monitorare i livelli di resistenza a farmaci antimalarici”.