“Se ora vi punge una zanzara non dovete temere di aver preso la malaria, perche’ le zanzare che possono trasmettere questo tipo di malattia non sono tra le piu’ frequenti in Italia”. I tiene a precisarlo Emanuele Mazzoni, che lavora alla Facolta’ di Scienze agrarie, alimentari, ambientali dell’Universita’ Cattolica del Sacro Cuore di Pavia.
“Almeno qui in pianura padana – spiega al’AGI – la specie di zanzara che di certo si fa notare di piu’ e’ la zanzara tigre, ma ci sono anche altre specie meno aggressive come per esempio la ‘Culex pipiens’ che e’ la zanzara che ci viene a togliere il sonno di notte”. Meno diffusa certo e’ l’anofele, che e’ quella che invece puo’ trasmettere il ‘plasmodio falciparum’, quello che causa la malaria. Pero’ anche se non trasmettono la malaria, le altre zanzare possono comunque essere veicolo di virus. Per questo in molte regioni sono in atto azioni piu’ o meno incisive per contenere la diffusione di questi fastidiosi insetti. Non sempre pero’ gli strumenti messi in atto si sono rivelati efficaci.
“Per esempio – ha spiegato Mazzoni – si stanno registrando casi sempre piu’ diffusi di esemplari resistenti ai comuni insetticidi. Vuol dire che ora possiamo usare questo tipo di strumento con maggiore cautela e solo quando si e’ certi che possa dare il risultato sperato”. Tuttavia la strategia migliore contro la diffusione delle zanzare “e’ quella di costruire un ambiente ostile alle zanzare – ha spiegato Mazzoni – A volte bastano davvero piccole pozze, la semplice ciotola del cane per dare alle zanzare l’ambiente giusto per deporre le loro uova e moltiplicarsi. Dobbiamo invece fare in modo che ci siano meno spazi possibili. Solo cosi’ riusciamo ad ottenere risultati”.
“Il problema della resistenza agli insetticidi – ha spiegato il ricercatore dell’Universita’ Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza – e’ pero’ accentuato da un uso poco accorto di queste sostanze chimiche”. E’ un po’ come avviene nel caso degli antibiotici, in cui un utilizzo poco attento crea focolai di batteri resistenti che, con il tempo, tendono ad essere prevalenti.
“Dobbiamo valutare – ha aggiunto Mazzoni – con molta attenzione e caso per caso se vale la pena usare questi strumenti, perche’ anche se possiamo raggiungere un risultato che all’apparenza e’ positivo, come quello di aver ucciso un certo numero di zanzare, dall’altro pero’ non valutiamo che ce ne sono molte di piu’ in fase di sviluppo in pozze che non sono state bonificate. Inoltre dobbiamo sempre considerare che gli insetticidi sono nocivi per le altre specie di insetti e anche per l’uomo”, anche se in misura minore.