Continua il monitoraggio da parte dei tecnici di Arpa Lombardia dopo la Frana nel versante svizzero della Val Bregaglia che, lo scorso 23 agosto, ha fatto precipitare a valle circa 4 milioni di metri cubi di roccia e terra al confine con l’Italia. Oltre alla colata di fango avvenuta nella notte, sul villaggio di Bondo ne è scesa una seconda stamane verso le 3 che ha raggiunto la piccola località di Spino, sull’altro lato del fiume Maira. Inoltre, un’altra frana è scesa alla stessa ora sulla strada cantonale del Maloja,
Nelle due stazioni della rete di monitoraggio regionale del fiume Mera (Villa di Chiavenna e Samolaco), in altre due stazioni già monitorate durante la sperimentazione del deflusso minimo vitale e in una stazione aggiuntiva poco a monte dell’immissione dello stesso nel lago di Mezzola sono state eseguite misure con una sonda. Contestualmente sono stati effettuati prelievi di acqua su cui determinare in laboratorio le concentrazioni dei solidi sospesi totali e dei solidi sedimentabili. I valori di ossigeno disciolto, pH e conducibilità non evidenziano criticità.
Le frane cadute nella notte e stamattina in Val Bondasca, al confine con l’italiana Villa di Chiavenna (Sondrio), hanno riacceso l’allarme scattato un paio di settimane fa, quando un grosso smottamento sempre nel territorio di Bregaglia (Svizzera) aveva costretto le autorità elvetiche a emettere provvedimenti di sgombero di abitazioni con un bilancio di oltre 100 sfollati. I problemi si ripetono ora, in conseguenza dei nubifragi della notte, cosi’ da rendere ancora instabile il pizzo Cengalo, dal quale potrebbero precipitare a valle altri due milioni di metri cubi di detriti. La paura cresce anche nella vicina Valchiavenna e i disagi sono notevoli per i circa 6 mila frontalieri che ogni giorno devono raggiungere St Moritz e le altre località svizzere per lavorare in alberghi, ristoranti, bar, cantieri edili. Sono provenienti, in particolare, dalle province di Sondrio e Como e già oggi essendo chiusa la via d’accesso alla Svizzera sono stati costretti ad effettuare percorsi più lunghi. In poco tempo, oggi, il bacino di continenza ai piedi del Cengalo, si e’ riempito e si teme possa esserci una tracimazione in caso di nuovi smottamenti. Le autorità elvetiche, nelle ultime ore, stanno valutando di provvedere a nuove evacuazioni. In Valchiavenna, al momento, non ci sono sgomberi, ma la guardia dei sindaci di Villa di Chiavenna, Piuro e Chiavenna resta alta.