“E’ stata una missione di grandissimo successo. Una delle grandi missioni interplanetarie che hanno fatto la storia dell’esplorazione spaziale degli ultimi 20 anni e l’Italia ha avuto in questa un ruolo di primordine, partecipandovi al pari dell’agenzia spaziale europea (Esa) e della Nasa“. Cosi’ il presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), Roberto Battiston ha commentato il successo della missione che oggi si e’ conclusa con il tuffo finale della sonda Cassini nell’atmosfera di Saturno, dove si e’ disintegrata lasciandosi alle spalle una lunga scia luminosa simile a una stella cadente. La sonda della tecnologia spaziale del XX secolo, nata dalla collaborazione tra Nasa, Esa e Asi, in piu’ di dieci anni nell’orbita di Saturno, ha visitato tutte le principali lune del pianeta e prodotto una serie di straordinarie scoperte.
L’Italia, spiega ancora Battiston, “in questa missione ha contribuito anche con il Sardinia Radio Telescope (Srt). Il radiotelescopio, realizzato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) in collaborazione con Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Regione Sardegna e Ministero dell’Istruzione, Universita’ e Ricerca, neanche un mese fa l’Srt ha iniziato a lavorare per captare il segnale di Cassini, trasmesso dalla sonda a un miliardo e 400 milioni chilometri di distanza dalla Terra“. Un altro successo italiano, sottolinea, se si pensa che “con queste osservazioni, il radiotelescopio italiano e’ entrato a far parte della rete mondiale dei telescopi che fanno parte del Deep Space Network (Dsn) della Nasa per scrutare lo spazio profondo e comunicare con i satelliti inviati sui pianeti del sistema solare“, commenta Battiston.
“Fino a poco tempo fa questa rete di telescopi era basata su telescopi per lo piu’ della Nasa”. Cassini e’ stato ovviamente anche un grande investimento, del costo di circa 5 miliardi di dollari (al cambio degli anni ’90). E “L’Italia ci ha messo il 10% del costo complessivo“. E in futuro? “Noi abbiamo sempre lavorato sulle grandi missioni – dice Battiston – oggi come in passato. Il prossimo passo sara’ quello di contribuire ancora ad altre missioni, come quelle verso verso Marte. Ad esempio, la seconda fase della missione ExoMars nel 2020 portera’ a bordo un rover destinato a scavare il suolo di Marte con un trapano italiano”.