I primi test fatti in provetta e su modelli animali dai ricercatori dell’Universita’ di Washington e dell’Universita’ della California hanno dimostrato che la capacita’ del virus Zika di uccidere le cellule progenitrici dei neuroni (causa delle anomalie osservate nello sviluppo dei feti) puo’ essere sfruttata per eliminare le staminali impazzite che resistono a chemio e radioterapia alimentando il glioblastoma, la forma piu’ comune di tumore al cervello. Milan Chheda dell’Universita’ di Washington spiega: “E’ cosi’ frustrante sottoporre un paziente al trattamento piu’ aggressivo possibile, per poi vedere il tumore che ritorna a pochi mesi di distanza: per questo ci siamo chiesti se la natura potesse offrirci un’arma per colpire le cellule che sono le principali responsabili delle recidive”. E aggiunge – “Testato in provetta su cellule prelevate dai pazienti, il virus Zika ha dimostrato di colpire preferenzialmente le staminali del glioblastoma piuttosto che le cellule sane o le altre cellule dello stesso tumore. Iniettato nei topi malati, il virus ha rallentato la progressione del glioblastoma aumentando la sopravvivenza.” Se nuovi studi dimostreranno l’incapacita’ del virus di contagiare altre persone o di diventare piu’ aggressivo, in futuro potrebbe essere impiegato per potenziare l’effetto delle terapie tradizionali.