OGM, Corte Ue: divieto solo se i rischi per la salute sono accertati

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Gli Stati membri non possono adottare misure di emergenza concernenti alimenti e mangimi geneticamente modificati, senza che sia evidente l’esistenza di un grave rischio per la salute o per l’ambiente“. Lo afferma la Corte di Giustizia dell’Unione europea, rimettendo di fatto in discussione i presupposti del decreto con cui l’Italia nel 2013 ha proibito la coltivazione del mais Mon 810, autorizzato dalla Commissione europea nel 1998.
Se non è stabilito che un prodotto geneticamente modificato è suscettibile di presentare un rischio grave per la salute umana, animale o per l’ambiente – spiega la Corte – né la Commissione né gli Stati membri hanno la facoltà di adottare misure urgenti come il divieto di coltura“. Nel pronunciamento si sottolinea anche come “il principio di precauzione, che suppone un’incertezza scientifica sull’esistenza di un determinato rischio“, sia “non sufficiente per adottare tali misure“.
Il divieto imposto dal decreto italiano era stato violato nel 2014 dall’agricoltore friuliano Giorgio Fidenato e da altri. E nell’ambito del processo penale a loro carico, il Tribunale di Udine si era rivolto alla Corte di Giustizia Ue chiedendo se, in materia alimentare, possono essere adottate misure d’urgenza per prevenire rischi di salute non ancora pienamente rivelati o compresi per via di un’incertezza scientifica. La Corte ora risponde no.

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