Sacra Sindone, la scienza conferma: ha avvolto un uomo dopo la tortura e non è opera di un artista

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Da poco era stata scoperta una sostanza spia della degradazione di sangue e fibre muscolari nel lino della Sindone, ed ora si è conclusa un’altra ricerca volta a svelare il mistero: l’identificazione di un’altra sostanza, anche questa legata alla degradazione del sangue, che avvalora l’ipotesi che nella tela conservata a Torino sia stato avvolto un uomo che prima era stato torturato. Il risultato, pubblicato sulla rivista Applied Spectroscopy, è frutto dalla collaborazione tra Giulio Fanti, del dipartimento di Ingegneria industriale dell’università di Padova, e Jean-Pierre Laude, dell’azienda francese Horiba Jobin-Yvon, specializzata in tecniche di analisi. La sostanza in questione, la biliverdina, è stata identificata tra le fibre della Sindone grazie alla tecnica della spettroscopia Raman, che riconosce la struttura delle molecole, come se fosse una sorta di impronta digitale.
La biliverdina viene prodotta dalla degradazione dell’eme, ovvero un componente di proteine di sangue e muscoli. Il nuovo risultato va dunque ad aggiungersi a quello recentemente pubblicato sulla rivista Plos One, frutto della collaborazione fra università di Padova e Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), che aveva individuato la presenza di un componente del sangue come la creatinina e di una proteina presente in molti tessuti, come la ferritina. I due risultati, soprattutto sommati, indicano che l’uomo avvolto nella Sindone aveva affrontato una morte crudele, ha rilevato Fanti. “Infatti – ha spiegato – un trauma produce la biliverdina come degradazione dell’emoglobina nel sangue e la creatinina con ferritina risulta dalla degradazione delle fibre muscolari”. Secondo il ricercatore “questi risultati rappresentano un importante passo in avanti negli studi sull’autenticità della Sindone perché, mentre è confermato il fatto che essa realmente ha avvolto un uomo torturato a morte, è molto improbabile che un artista, forse nei secoli passati, sia stato in grado di aggiungere tutti questi dettagli alla sua opera d’arte“.
L’uomo avvolto nella Sindone, dunque, è stato sottoposto a pesanti torture prima di una morte crudele. Le prove biologiche ritrovate non lasciano alcun dubbio. La Santa Sindone conservata a Torino dal 1578 è ritenuta da molti il lenzuolo in cui il corpo di Gesù di Nazareth è stato avvolto dopo la sua morte per crocifissione ed è stata oggetto di numerose indagini tecnico-scientifiche. Lo studio recente su una fibra di lino estratta dall’impronta dorsale visibile sulla Sindone nella regione del piede, “Raman and Energy Dispersive Spectroscopy (EDS) Analysis of a Miscrosubstance Adhering to a Fiber of the Turin Shroud” è stato dunque condotto da un team internazionale e realizzato nell’ambito di una collaborazione scientifica franco-italiana.
La fibra di lino in questione, è stata estratta dalla regione del sangue dei piedi nell’immagine dorsale. Lo spettro Raman della micro-sostanza sottoposta a analisi, aderente alla fibra, è stato confrontato con numerosi spettri pubblicati per coloranti, pigmenti vecchi o moderni, sangue intero, sangue secco, globuli rossi, albumina, macchie di sangue molto antiche, e vari prodotti ematici di degradazione. È stato dimostrato che i picchi Raman rilevati potrebbero corrispondere a frequenze di vibrazione trovate nei composti derivanti da biliverdin, ad eccezione di una linea debole che si è tentato di attribuire all’amide I. La biliverdina è conosciuta come un prodotto ossidativo di scissione dell’anello ematico del sangue. La spettroscopia dispersiva dell’energia (Energy Dispersive Spectroscopy, EDS) del campione conferma una composizione elementale pienamente compatibile con questa ipotesi.
In conclusione – spiega Giulio Fanti -, accoppiando questi nuovi risultati sulla biliverdina con quelli riguardanti la creatinina con la ferritina recentemente pubblicati su Plos One Journal, si ottiene per l’Uomo avvolto nel tessuto funebre uno scenario crudele, codificato nelle fibre sindoniche in micro/nano scala. Infatti un trauma produce la biliverdina come degradazione dell’emoglobina nel sangue e la creatinina con ferritina risulta da degradazione delle fibre muscolari”.

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