Il 20 gennaio del 2000, come ogni mattina, Matteo Pio Colella, un bimbo di 7 anni che frequenta la seconda elementare nella scuola “Francesco Forgione”, viene accompagnato a scuola. Quella mattina, però, la maestra Concetta Centra si accorge subito che il piccolo non si sente affatto bene: sente brividi su tutto il corpo e ha la testa inclinata da un lato, così chiama la mamma al cellulare per avvisare delle condizioni del piccolo. La diagnosi è tragica: “Neisseria meningitidis beta-lattamasi negativa”… meningite fulminante, con febbre a 40, tachicardia (120 battiti al minuto), ipoglicemia, carenza di piastrine, eccesso di bilirubina e creatinina. Il bimbo viene ricoverato nel reparto di Rianimazione II. Alla mattina del giorno successivo, il 21 gennaio, i medici registrano un’ulteriore peggioramento delle condizioni di Matteo, nonostante il trattamento intensivo: le sue funzioni vitali sono al limite, le pupille dilatate, il cuore batte 23 volte al minuto, non si registra più la pressione arteriosa.
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