“Si chiama biopsia di fusione e permette di fare un sofisticato mix degli accertamenti di risonanza magnetica ed ecografia, alzando notevolmente la qualità della diagnosi delle malattie alla prostata e migliorando precisione chirurgica ed efficacia dell’intervento. Il macchinario verrà utilizzato nelle prossime settimane nel reparto di urologia dell’ospedale di L’Aquila. Una novità particolarmente rilevante per i tumori alla prostata per i quali il reparto del San Salvatore dell’ospedale di L’Aquila è all’avanguardia sul piano delle tecniche chirurgiche in seguito all’esperienza maturata nella laparoscopia (tecnica mininvasiva con cui si praticano piccoli fori) per asportare i tumori.
Tra l’altro, spiegano, la problematica del carcinoma della prostata e’ stato uno dei temi al centro del convegno, organizzato dall’Auro (urologi ospedalieri italiani) e promosso dal direttore di urologia degli ospedali di L’Aquila e Avezzano, Luigi Di Clemente, che si e’ tenuto oggi all’Aquila. Circa 100 operatori della branca (provenienti da Abruzzo, Marche, Umbria e Molise), intervenuti alla presenza del presidente nazionale Auro, prof. Michele Gallucci, direttore dell’istituto tumori Regina Elena di Roma.
Al convegno, in cui si e’ parlato anche di calcolosi, prolasso urogenitale e incontinenza urinaria, sono intervenuti numerosi medici di famiglia e oncologi. Sono state esaminate anche le nuove tecniche chirurgiche di correzione dell’incontinenza urinaria e del prolasso urogenitale. Molto avanzate le procedure utilizzate all’Aquila nella calcolosi renale, tra cui una di recente adozione che, in virtu’ di un moderno apparecchio, detto shock-pulse, permette di rimuovere calcoli renali di grandi dimensioni (superiori a 2 cm) in pochi minuti. Tra litrotrissia extracorporea (onde d’urto) e interventi endourologici, tra L’Aquila e Avezzano, vengono effettuati circa 500 interventi l’anno per la rimozione dei calcoli. E’ invece di 1.500 il numero annuo complessivo di operazioni chirurgiche compiute dai reparti di urologia del capoluogo e quello di Avezzano, di cui 500 per patologie della prostata.”