Primo trapianto di fegato da donatore a cuore non battente all’azienda ospedaliero universitaria di Modena. L’intervento e’ stato eseguito lo scorso 22 agosto: il paziente, un uomo di 56 anni affetto da un tumore primitivo del fegato, sta bene ed e’ stato dimesso.
“Sino ad oggi- spiega all’agenzia Dire il prof Fabrizio Di Benedetto, responsabile a Modena della chirurgia dei trapianti che dal 2000 ha registrato 790 trapianti di fegato- il prelievo di organi veniva effettuato da un paziente che aveva subito un danno cerebrale devastante e irreversibile, la cosiddetta morte cerebrale. In questa condizione il cuore puo’ continuare a battere e irrorare col sangue gli organi potenzialmente utilizzabili per il trapianto, grazie alla respirazione artificiale e alle altre tecniche rianimatorie”.
Al contrario, quando il cuore si ferma per un arresto cardiaco, gli organi non vengono nutriti e quindi non possono essere utilizzati per il trapianto: “Oggi disponiamo, invece, di apparecchiature che permettono di ‘nutrire’ il fegato, i reni e i polmoni per poterli quindi utilizzare per il trapianto”, aggiunge Di Benedetto.
Completa il dg del Policlinico Ivan Trenti: “Si tratta di uno sforzo organizzativo notevole e ulteriore rispetto a quello necessario per la donazione tradizionale, che l’azienda ospedaliero universitaria di Modena e’ ora in grado di sostenere anche grazie all’integrazione tra Policlinico e ospedale di Baggiovara”. Fondamentale l’impegno dei due reparti di terapia intensiva del Policlinico e di Baggiovara i cui responsabili, Massimo Girardis e Elisabetta Bertellini, “hanno svolto un eccellente lavoro”.