Quante volte ci siamo detti: “Vorrei un superpotere”! Magari essere veloci come Flash, oppure sapersi teletrasportare o essere sempre attivi pur non dormendo mai…. Poteri in realtà non troppo utopici. Basterebbe qualche mutazione genetica e la situazione potrebbe cambiare radicalmente!
Per esempio il gene ACTN3, la cui variante potrebbe farci diventare dei veri e propri velocisti in quanto codifica la alfa-actinina-3, ossia una proteina che controlla le fibre muscolari a contrazione veloce. Ed effettivamente uno studio del 2008 ha dimostrata che la variante allelica R è presente in almeno una copia nel 95% dei velocisti, mentre i fondisti (per i quali la caratteristica predominante è la resistenza) presentano in più alta percentuale la seconda variante allelica, detta X.
Un altro superpotere potrebbe essere quello di essere sempre attivi pur non dormendo mai, o meglio pur dormendo pochissimo. Rigenerarsi dopo 4 ore di sonno, è una caratteristica associata a una serie di varianti genetiche, in particolare a carico del gene hDEC2.
Caffè, che passione! Ebbene il nostro amore o odio per la bevanda arabica più famosa d’Italia sembra dipendere da varianti genetiche: in particolare sono almeno sei le varianti che influenzando il modo in cui il nostro corpo reagisce alla caffeina. In particolare i geni BDNF e SLC6A4, sono legati alla voglia di berne ancora, entrando nel circuito della ricompensa. Altri invece influenzano il modo in cui metabolizziamo la bevanda, quindi quanto velocemente lo processiamo. Altri ancora invece determinano l‘effetto che il caffè ha sul nostro organismo, spiegando come mai alcuni se esagerano rischiano l’insonnia o peggio, la tachicardia, e altri invece possono assumerlo anche alle 22 perché il loro ciclo sonno-veglia sarà immune dalla caffeina e potrebbero addormentarsi anche dopo soli 10 minuti dall’assunzione.
E se invece diventaste supertaster? In effetti il 25% della popolazione sembra esserlo, assaporando ogni boccone con una maggiore intensità. Si tratta di una capacità legata a una variante del gene TAS2R38, che codifica per i recettori del sapore amaro.
Chi poi non sogna di essere invincibile, magari con delle ossa indistruttibili. Una mutazione del gene LRP5, scoperta dai ricercatori della Yale School of Medicine, è in grado di rendere l’ossatura a prova di frattura. Ovviamente un’altra variante dello stesso gene implica anomalie opposte, rendendo le rendono le ossa più fragili.
Esistono poi delle mutazioni genetiche ‘positive‘ anche per l’organo più importante, ossia il cuore, che vanno ad influenzare i livelli di colesterolo presenti nel sangue. Se è vero che l’alimentazione gioca un ruolo di primo piano, è anche vero che alcune alcune mutazioni nel gene che codifica per la proteina di trasferimento lipidico (CETP) possono aiutare a mantenere bassi livelli di colesterolo cattivo (LDL). Nello specifico la carenza di questa proteina favorisce alti livelli di colesterolo “buono” HDL, rendendo così le persone che possiedono tale mutazione naturalmente protetti dalle malattie cardiovascolari.