Il tartufo italiano punta ad essere riconosciuto bene dell’Unesco. Questa mattina al World Tourist Event, il salone mondiale del turismo dei siti patrimonio dell’Umanità Unesco, che fino a domenica 24 settembre, a Siena, metterà in mostra oltre 130 siti Unesco di tutto il mondo, e’ stata presentata la candidatura della ‘Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali’.
La proposta arriva dall’Associazione nazionale città del tartufo,con il sostegno tecnico del Centro Studi tartufo di Alba e quello scientifico dell’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo. Depositata oggi alla sede centrale dell’Unesco a Parigi, la candidatura è stata accompagnata e presentata per l’Italia dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
“Un appuntamento – sottolinea Marco Citerbo, direttore del salone – nato proprio perché mancava, accanto all’attivita’ istituzionale dell’Unesco, un evento di promo-commercializzazione dei siti Unesco dal punto di vista turistico. E i risultati, nel corso del tempo, con le edizioni prima di Assisi, poi di Padova e ora di Siena, si sono avuti, perchéi tour operator presenti al salone sono sempre più numerosi e i siti Unesco da tempo ormai sono sempre più presenti nei cataloghi dei tour operator”.
Tema fondamentale dell’edizione 2017 la riflessione sul ruolo del marchio Unesco nella promozione turistica di un territorio e l’impatto del turismo nelle citta’ d’arte e siti patrimonio dell’umanita’, “nella consapevolezza – aggiunge Citerbo – che se, da un lato, l’autenticita’ del territorio e’ un valore di promozione turistica indispensabile preservazione, la tutela e la corretta valorizzazione dei siti Unesco e’ irrinunciabile ed è una responsabilita’ delle istituzioni, soprattutto a livello nazionale, perche’ il riconoscimento a patrimonio dell’umanita’ sia e resti un’opportunita’ e non diventi un problema”.