Terremoto Belluno, le scosse di oggi in una zona di “bassa sismicità”

  • Le linee rosse rappresentano i confini delle placche, i punti rossi sono i terremoti con magnitudo superiore a 5 verificatisi dal 1966, quelli gialli sono gli epicentri dei sismi del 2009 e del 2016. Le frecce indicano il movimento delle placche in rapporto all’Eurasia: quella dell’Adriatico ruota attorno al polo rappresentato dalla stella
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Terremoto Belluno – Il Report della Protezione civile del Veneto sui terremoti di Agordo verificatisi oggi evidenzia che alla scossa principale di magnitudo 3.6, ne sono seguite due di magnitudo 2.6 e 3.0, seguite da una serie di piccole scosse di magnitudo inferiore a 2.0, e tutte identificate in una zona a bassa sismicità. In particolare, il Centro di ricerche sismologiche di Udine ha reso noto che oggi alle 14.22, la Rete sismometrica del Veneto ha rilevato un terremoto di magnitudo 3,6 con epicentro localizzato in prossimità di Agordo, a una profondità ipocentrale di circa 8 chilometri. Sono seguite altre due scosse, alle 14.26 (magnitudo 2.6) e alle 14.30 (magnitudo 3.0) con localizzazione analoga. Ulteriori piccole scosse (14 di magnitudo inferiore a 2) sono in corso di localizzazione. Da segnalazioni ricevute, l’evento principale – si sottolinea – “è stato percepito distintamente dalla popolazione nell’Agordino e nella zona di Feltre e Belluno“. Il Centro di Ricerche Sismologiche continua a monitorare l’attività sismica. “Dal punto di vista sismologico – sottolinea la nota del Centro di ricerche sismologiche – gli eventi di questo pomeriggio sono avvenuti in una zona di bassa sismicità“. Infatti, dall’installazione della prima rete sismometrica dell’Italia nord-orientale (1977), nell’alto Bellunese è da segnalare un unico evento di analoga magnitudo (terremoto di Pieve di Cadore del 7 aprile 1987, magnitudo 3.5). E “gli eventi di questo pomeriggio sono inquadrati nel contesto della sismicità registrata dal 1977″. Dal punto di vista della sismicità storica, la zona di Agordo ha risentito principalmente l’effetto dei terremoti dell’Alpago-Cansiglio (1873 e 1936) in relazione ai quali è stato raggiunto il VI grado della scala MCS (Mercalli-Cancani-Sieberg).

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